Bentornato a Laigueglia Mauro Longo, quest'anno sono 30 esatti da quel 18 febbraio del 1986 quando in una giornata da tregenda vincesti a mani alzate la 23° edizione del Trofeo Laigueglia, probabilmente insieme a l'edizione dell'82 vinta da De Rooj la più colpita dal maltempo.

 

Iniziamo proprio da quello, quanto ti è rimasto addosso il freddo e la neve di quella giornata??!!!

 

Mi è rimasto tanto di quel giorno perché quei km e quei momenti di felicità, come il freddo e l’acqua di quel giorno, non si dimenticano mai.

 

Ci fai la cronaca della tua vittoria al Laigueglia?... penso che anche per te sia rimasto un ricordo indelebile

Quel giorno ero il più forte in gara, mi ero preparato già da 4 mesi prima della corsa e quel giorno sull’ultimo passaggio sopra il Testico in discesa, con la pioggia battente, da solo, ho raggiunto una decina di fuggitivi che avevano un vantaggio di circa 40 secondi ed alla fine della discesa e sono andato via staccando tutti. Solo Lammerts campione olimpionico mi è venuto dietro, poi più avanti, sull’ultimo strappo prima di Laigueglia siamo stati ripresi. A quel punto scattò Vandelli ed io riuscii a prendergli la ruota.......così, a 700-800 metri dall’arrivo mi alzai sui pedali e scattai ancora, staccandolo a 100 metri dal traguardo, a quel punto, c'ero solo io la pioggia ed il traguardo e potei alzare la mani al cielo. Quel giorno...... in tutti i modi ero destinato a vincere.

 

Arrivi al professionismo  con le due vittorie consecutive al trofeo Zssdi e la nomina di uno tra i dilettanti più promettenti, com'è stato il salto tra i professionisti??!!

Da dilettante ero molto promettente, solo che nel professionismo bisogna crescere ancora di una spanna e la forza fisica e mentale non è sufficiente se non usi qualche medicinale. Io sono stato un corridore ed  un uomo sano.

 

A noi risulta che nei tuoi 5 anni di professionismo hai sempre partecipato alla nostra corsa, anzi il 22 febbraio del 1983 ha segnato il tuo debutto nel professionismo e già nell'84 arriva un ottimo 5° posto al traguardo che fa da preludio alla tua splendida vittoria del 1986...a quanto pare avevi un buon feeling con la nostra corsa hai qualche ricordo di quella giornata? 

Una giornata fredda e bagnata, posso solo dire che nel periodo primaverile e nei periodi non caldi come Luglio e agosto, riuscivo a dare sempre il meglio di me.La riviera ligure, tutta, bei posti, da visitare il bicicletta e senza fretta. La corsa e le strade della riviera erano molto congeniali per le mie caratteristiche.

 

 Nel 1986 tagli il traguardo piangendo e sorprendendo tutti le tue prime parole non sono per la tua vittoria, ma il pensiero va a tuo fratello Federico anche lui ciclista che rischiava di non trovare un ingaggio per la stagione, lui che tue parole era più forte. Com'è andata poi??!!

Quel giorno mi dovevo godere della mia vittoria ma, avevo quell’amaro in bocca che mi portò subito a parlare di mio fratello perché io amavo la mia attività sportiva ed amavo lui come fratello che aveva sicuramente più qualità delle mie ma spesso accade che qualcuno, faccia finta di non vedere ciò che è li alla luce del sole.

Mio fratello arrivò secondo nella classifica generale di un Giro d’Italia dilettanti un anno prima.

Riuscì a passare poi al professionismo con la “Del Tongo Colnago” a quei tempi capitanata da Fondriest.

 

Correrai ancora l'anno successivo, ma non verranno altre vittorie dopo quella di Laigueglia, Adesso dopo tanti anni hai dei rimpianti per com'è andata la tua carriera e pensi che tutto sommato hai ottenuto il massimo delle tue possibilità ?!!!!

Si ho dei rimpianti, quello di essermi ritrovato padre troppo presto, per la mia giovane età e quello di non aver usato qualche medicinale suggerito a quei tempi, che mi avrebbe dato qualche soddisfazione in più ma nello stesso tempo, mi avrebbe tolto quell’orgoglio di poter dire o scrivere certe cose.

 

Mauro Longo cosa fa oggi, vai ancora in bici per diletto e segui il ciclismo.??!!!

Faccio sempre qualche uscita in bici, seguo poco il ciclismo perché coinvolto nel mio lavoro ed anche perché quando ho cercato di dire la mia, ho visto e capito che qualcuno era infastidito, perciò, meglio guardare all’erba di casa propria e coltivare i propri interessi.

 

Cosa ne pensi del ciclismo d'oggi??!!!!

Il ciclismo di oggi sta perdendo giorno dopo giorno quella credibilità e quel fascino dei bei tempi.

Uno degli aspetti molto negativi, non aver mai ricostruito il palasport a Milano ed altre e più cose che io tengo per me per non allungarmi troppo.

 

Ci fai un ritratto del tuo direttore sportivo dell'epoca....il "vulcanico" Dino Zandegù?

Dino Zandegù ciclista, Direttore Sportivo, uomo eccezionale. Personaggio simpaticissimo, molto spiritoso e prodigo di buoni consigli per un ciclista che vuole crescere. Mi ricordo di lui e non a caso lo scrivo, ad un Trofeo Cerami in Belgio, mi disse: “Dio beo Longo, oggi, mi sembravi Merckx”… Nonostante gli occhi del buon Dino mi vedessero così..... tra me ed Eddy Merckx, c’era una grande differenza…