21 febbraio 1978 - 15° edizione

Planimetria.

Altimetria.

Cronotabella.

Foto courtesy: archivio AVL, il campione del mondo Francesco Moser alla punzonatura presso Le Palme di Laigueglia.
Foto courtesy: archivio AVL, il campione del mondo Francesco Moser alla punzonatura presso Le Palme di Laigueglia.
Foto courtesy: archivio AVL, passaggio gruppo sull'altopiano di Testico, si riconosce a sx. Francesco Moser, Barone (Fiorella), Martinelli (Magniflex), Wolfer (Zonca un po nascosto da Rossignoli) e Paleari. Grazie a Daniel Schamps per i nomi dei ciclisti.
Foto courtesy: archivio AVL, passaggio gruppo sull'altopiano di Testico, si riconosce a sx. Francesco Moser, Barone (Fiorella), Martinelli (Magniflex), Wolfer (Zonca un po nascosto da Rossignoli) e Paleari. Grazie a Daniel Schamps per i nomi dei ciclisti.

Elenco partenti.

Foto courtesy: archivio AVL, la testa del gruppo sulle rampe finali del Testico. Presto scatterà Knudsen che è a sx con Poggiali, De Muynck, Saronni, Gialdini, Delcroix, Pollentier, Loro e Johanson. Grazie a Daniel Schamps per i nomi dei corridori.
Foto courtesy: archivio AVL, la testa del gruppo sulle rampe finali del Testico. Presto scatterà Knudsen che è a sx con Poggiali, De Muynck, Saronni, Gialdini, Delcroix, Pollentier, Loro e Johanson. Grazie a Daniel Schamps per i nomi dei corridori.

Le squadre iscritte con relative maglie, a cura di D.Schamps.

Foto courtesy: Archivio AVL, l'arrivo in solitaria di Knut Knudsen
Foto courtesy: Archivio AVL, l'arrivo in solitaria di Knut Knudsen

Cronaca della corsa.

Knudsen-sorpresa a Laigueglia Moser e Maertens si guardano


Ad uno straniero la prima gara ciclistica della stagione. Il norvegese scatta sull'ultima salita, il campione del mondo lo insegue ma poi rinuncia per non favorire il rivale belga. Il giovane Porrini vince la volata del gruppo a 11" dal vincitore.


(Dal nostro inviato speciale) Laigueglia, 21 febbraio. Mancano poco più di venticinque chilometri a Laigueglia, si sta salendo per la seconda volta sul Testico, I migliori sono 11, in un fazzoletto: nessuno si decide a scattare e allora Knut Knudsen si dimentica di non essere uno scalatore e si ricorda che la sua ultima vittoria, In una corsa In linea, risale a quasi due anni fa. Gimondi, il suo capitano, non c'è; De Muynck invece c'è, ma non si muove, vuol dire che non ce la fa. E allora questo norvegese con dentoni da cavallo, gran divoratore di spaghetti e di tutto quanto gli capita a portata di bocca, decide di piantare la compagnia e di tentare l'avventura. Lo crederanno un matto, a sfidare gli scalatori proprio sul loro terreno. Non lo prenderanno sul serio. Peggio per loro, è proprio ciò che vuole, Il furbo Knut. Sono le ultime rampe, Knudsen parte di scatto, o la va o la spacca, e se va male pazienza. Prende duecento metri, insiste: trenta secondi, un minuto, poi qualcosa di più. A questo punto il norvegese trasforma II finale del Trofeo Laigueglia in una corsa a cronometro, quelle gare che sono un Inferno per molti e un paradiso per lui, che quando è solo con la sua bicicletta si sente il padrone del mondo, Dopo Pinamare c'è ancora uno strappo, Knudsen si ingolfa un po', Moser gli arriva vicinissimo, a quindici secondi. Forse è finita, pensano tutti. Non è finita, perché il norvegese non si arrende. E soprattutto perché Moser vede che gli si accoda un gruppetto, c'è anche Maertens che subito si mette a rimorchio, fece la stessa cosa anche ad Ostuni, e poi vinse, cosi Francesco ogni volta che si trova Maertens a ruota rallenta, d'istinto. Scatta Saronni, ma Knudsen è di nuovo lontano, niente da fare. Scatta anche De Vlaeminck, perché questo è l'accordo con Moser. ma è un De Vlaeminck al cinquanta per cento, allunga e le sue gambe sono subito di piombo. Cosi vince proprio Knudsen, con dodici secondi di vantaggio, e per la piazza d'onore Porrini (medaglia d'argento In Venezuela nella Cento chilometri a squadre) batte Moser, Saronni e tutti i migliori. Knudsen racconta che dalle sue parti, quando lui cominciò a correre, si andava soprattutto in slitta e sugli sci, e allora si trasferì in Danimarca. Ma poi dopo essere stato campione del mondo e olimpionico nell'inseguimento, venne In Italia: per II sole, per gli spaghetti ma soprattutto per lo stipendio. Ora è alla Blanchi-Faema e poiché gli hanno dato licenza di vincere quando vuole, Knut ci ha provato subito, a lui perdere tempo non piace. Al Giro d'Italia prenderà ordini da Gimondi o da De Muynck, o magari da tutti e due. Per adesso, intanto, ha messo in fila tutti. Un norvegese primo a Laigueglia. chi se l'aspettava? E Porrini. un neo professionista che due anni fa stava per dire basta con il ciclismo, al secondo posto, con uno sprint alla fiamminga. Non tutto secondo copione e neppure secondo logica, ma i campioni prima si sono guardati e poi sono stati a guardare, e allora è giusto che abbia vinto chi ha avuto più coraggio. Quello dei cosiddetti big è un match pari, anche perché un vero match non c'è stato. Cosi le prime verità sono soltanto mezze verità, più che di verdetti bisogna accontentarci di impressioni, di sfumature. Moser dice: -Dopo la Sei giorni, sapevo che le gambe, in salita, mi avrebbero fatto male. So soltanto io quanto ho sofferto nella prima scalata del Testico. Pedalavo e non andavo avanti, mi sentivo già in crisi. Poi mi sono ripreso, quando Knudsen è scattato sono riuscito ad evadere dal gruppo anch'io, gli sono giunto vicinissimo, ma poi sono arrivati altri, c'era anche Maertens e non tirava. Sempre a rimorchio, quello: quando la smetterà?'. Un po' di polemica, Moser non è cambiato: ma neppure Maertens è cambiato e Francesco oggi ha voluto fargli capire subito che non è disposto a fargli regali. Moser meglio di Maertens, comunque: più generoso (e questo non è una novità), ma anche con più benzina nel motore, visto che Il biondo Freddy ha partecipato allo sprint per il secondo posto ma si è piazzato soltanto sesto. Thurau non ha preso il via, De Vlaeminck non è ancora a posto. Positivo Saronni, considerando anche che veniva dalla «Sei giorni-. Già pericoloso Pollentier, quasi sempre in testa in salita, a provocare la selezione. De Bruyne dice di lui: 'Ha un solo difetto, è troppo goloso: cioccolato e dolci, sembra che non gli piaccia altro. Proprio come un bambino. Ma lo lascio fare, se lo mettessi a dieta diventerebbe triste e magari non andrebbe più avanti neppure a spingerlo'. E questo Pollentier, oggi, di spinte non ne aveva certo bisogno. Maertens e Pollentier disputeranno sicuramente il Tour, ma Pollentier sta facendo un pensierino anche al Giro d'Italia, magari senza Freddy. Il belga aspetta che sia Torriani a fare la prima mossa, gli affari sono affari. Il solito fascino discreto delle lire, se sono tante.

Maurizio Caravella


Ordine d'arrivo: 1. Knut Knudsen (Bianchi Faema), km 163 in 4 ore 5'45", media km. 39,796 orari; 2. Porrini a 11"; 3. Moser; 4. Saronni; 5. Peters; 6. Maertens: 7. Pevenaege; 8. Van de Viele; 9. Corti; 10. De Muynck. Segue il gruppo, sempre con il tempo di Porrini. Laigueglia.


LaStampa 22/02/1978 - numero 44 pagina 17


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Ordine d'arrivo.

Ordine d’arrivo:

1° KNUT KNUDSEN (Nor-Bianchi Faema) km 163 in 4h05'45" alla media di 39,796 kmh; 2° Dino Porrini (Mecap Selle Italia) a 11"; 3° Francesco Moser (Sanson); 4° Giuseppe Saronni (Scic); 5° Willem Peeters (Bel-Ijsboerke Gios); 6° Freddy Maertens (Bel-Flandria Velda); 7° Rudy Pevenage (Bel-Ijsboerke Gios); 8° Eric Van de Wiele (Bel-Ijsboerke Gios); 9° Claudio Corti (Zonca Santini); 10° Johan De Muynck (Bel-Bianchi Faema); 11° Leonardo Mazzantini (Zonca Santini); 12° Giuseppe Passuello (Zonca Santini); 13° Giuseppe Martinelli (Magniflex Torpado); 14° Giuseppe Fatato (MagniflexTorpado); 15° Pierino Gavazzi (Zonca Santini); 16° Alfredo Chinetti (Selle Royal Inoxpran); 17° Franco Conti (Zonca Santini); 18° Willy De Geest (Bel-Sanson); 19° Michel Pollentier (Bel-Flandria Velda); 20° Vittorio Algeri (Intercontinentale Assicurazioni), segue il resto del gruppo. Partiti 187, arrivati 95. 

Rassegna stampa