Presentazione di Filippo Pozzato.

Filippo Pozzato (Sandrigo10 settembre 1981) è un ciclista su strada e pistard italiano che corre per il team Lampre-MeridaPassista veloce,[2] ha vinto la Milano-Sanremo 2006 e due tappe al Tour de France.

Nato a Sandrigo, in provincia di Vicenza, da papà Carlo e mamma Franca, ha una sorella maggiore, Pamela.[3] Ha conseguito un diploma di scuola professionale, quello di programmatore di macchine utensili.[3] Risiede a Montecarlo.[4]

All'età di quattro anni iniziò a giocare a hockey in-line nelle giovanili della squadra del suo paese, Sandrigo, rimanendovi per otto stagioni;[3] nel ciclismo cominciò a gareggiare invece a dodici anni di età.[3] Considerato già da adolescente una promessa delle due ruote[5] – aveva vinto 17 corse tra gli allievi, incluso il campionato italiano su strada[3] – si mise particolarmente in luce tra gli juniores, aggiudicandosi 20 gare oltre a quattro medaglie iridate, nella fattispecie un argento e un bronzo ai mondiali su strada 1998 di Valkenburg, nonché un argento e un bronzo rispettivamente ai mondiali su pista1998 dell'Avana e a quelli di Atene dell'anno dopo.[3]

Nel 2000, a differenza di molti suoi coetanei, passò dagli juniores direttamente al professionismo, dopo aver saltato la categoria dilettantistica:[5] entrò così nel gruppo giovani della Mapei-Quick Step, diretto da Roberto Damiani e già vivaio di talenti come Fabian CancellaraBernhard EiselPatrik SinkewitzEvgenij Petrov e Michael Rogers,[6] potendo così confrontarsi con atleti più anziani e guadagnare subito esperienza benché solo diciottenne.[5] Nel 2002 il gruppo giovani Mapei divenne una squadra a sé stante, di categoria GS3 e con 13 corridori in rosa sotto la direzione di Luca Guercilena; Pozzato cominciò a gareggiare con continuità tra i professionisti conseguendo ben 14 vittorie, comprese due tappe al Tour de l'Avenir e la classifica generale della Vuelta a Cuba.[3][6] Fu anche secondo ai campionati italiani a cronometro[7] e ottenne la convocazione in Nazionale, la prima con gli élite (allora il più giovane italiano di sempre a riuscirci),[3] per la prova contro il tempo dei mondiali di Zolder, competizione che concluse al quattordicesimo posto a un minuto e mezzo dal vincitore Santiago Botero.[8]

Per la stagione seguente, dopo lo scioglimento della Mapei, si accasò alla Fassa Bortolo di Giancarlo Ferretti insieme al già compagno di squadra Cancellara e al direttore sportivo Damiani.[3][9] Proprio in quel 2003 ottenne due importanti vittorie, al Trofeo Laigueglia e nella classifica generale della Tirreno-Adriatico; prese quindi il via in numerose classiche di primavera, Milano-SanremoGiro delle FiandreGand-WevelgemLiegi-Bastogne-Liegi e Amstel Gold Race.[2] In giugno si piazzò secondo, dietro a Paolo Bettini, nella prova in linea dei campionati italiani, e una settimana dopo si aggiudicò il Trofeo Matteotti a Pescara.[2] Nel 2004 vinse di nuovo il Trofeo Laigueglia, e si impose inoltre nella tappa di Saint-Brieuc al Tour de France (primo grande Giro cui prese parte in carriera). In quella stessa estate venne convocato per far parte della squadra italiana aiGiochi olimpici di Atene: nella prova in linea chiuse 67º, dopo aver contribuito alla vittoria del capitano Paolo Bettini, mentre a causa di una banale influenza perse l'occasione di partecipare alla cronometro olimpica.[10]

A partire dalla stagione 2005 Pozzato si trasferì alla Quick Step-Innergetic, l'allora squadra del campione olimpico Bettini, firmando un contratto di due anni per circa 700 000 euro a stagione.[11] Corse il Giro d'Italia per la prima volta, poi al campionato italiano su strada, nel mese di giugno, venne beffato allo sprint dal giovane neoprofessionista Enrico Gasparotto; nella seconda metà della stagione vinse tuttavia in successione la HEW Cyclassics di Amburgo, importante prova del circuito ProTour, il Giro del Lazio e una tappa al Giro di Germania. Il 18 marzo 2006 fece sua la "Classicissima", la Milano-Sanremo, grazie ad uno scatto nel finale ed alla tattica di squadra (Paolo Bettini ed il campione del mondo Tom Boonen si sacrificarono a coprire la fuga del proprio compagno).[12] Nel prosieguo di stagione arrivarono per il vicentino numerosi piazzamenti, quarto alla Gand-Wevelgem, terzo alla Vattenfall Cyclassics, sesto al Grand Prix de Ouest-France, decimo al campionato di Zurigo e alla Parigi-Tours, e un'unica ulteriore vittoria, in una tappa del Tour of Britain.

Per l'annata 2007 si trasferì alla Liquigas di Roberto Amadio. Nel mese di febbraio, dopo il terzo posto al Trofeo Laigueglia, si aggiudicò in Francia il Tour du Haut-Var; sei giorni dopo colse un'importante affermazione in Belgio sul pavé del "Piccolo Fiandre", l'Omloop Het Volk, battendo Juan Antonio Flecha e l'ex compagno di squadra Tom Boonen.[13] Al Tour de France si piazzò terzo nella seconda frazione, battuto da Gert Steegmans e Boonen, salvo poi rifarsi vincendo in volata, su Óscar Freire e Daniele Bennati, la quinta tappa ed entrare al contempo nei primi tre della classifica generale (vi rimase per due giorni). Tra agosto vinse anche il Trofeo Matteotti, una tappa al Tour de Pologne e il Gran Premio Industria e Commercio di Prato.

Nel 2008, alla prima gara dell'anno, fu subito protagonista: il 15 febbraio si aggiudicò infatti in volata la prima tappa del Giro della Provincia di Grosseto, e due giorni dopo fece sua anche la classifica generale finale della corsa toscana. Il 22 marzo si classificò quindi secondo alla Milano-Sanremo, alle spalle del solo Fabian Cancellara, mentre il 6 aprile fu sesto al Giro delle Fiandre. Vestì poi per un giorno, in agosto, la maglia oro di leader della Vuelta a España, in seguito alla vittoria della sua Liquigas nella cronosquadre di apertura della corsa, a Granada;[14] in quella Vuelta sarà anche secondo nella sedicesima tappa.

Nel 2012 Pozzato torna in Italia: lascia infatti la Katusha e si accasa alla Farnese Vini-Selle Italia, squadra Professional Continental con licenza britannica ma con sede operativa in Toscana.[19] Prima della partenza della quinta tappa del Tour of Qatar cade e si frattura la clavicola.[20] Viene convocato a giugno dal C.T. Bettini per un raduno di tre giorni aLevico Terme dal 19 al 21 per preparare le olimpiadi e il mondiale.

Nel 2013 il passaggio alla Lampre dove ottiene subito un succeso che aveva inseguito a lungo, la terza vittoria al Trofeo Laigueglia. In quello stesso anno vincerà anche la Coppa Agostoni e il Grand Prix de Ouest-France.


fonte wikipedia

Il Laigueglia è considerato probabilmente la più belga delle corse italiane per via dei sali scendi nervosi e delle stradine tortuose....basti vedere l'albo d'oro per ritrovare qui in Riviera gli stessi protagonisti dell'Università del ciclismo belga..... cosa ami di più di questa corsa e che cosa secondo te si potrebbe fare per migliorarla ulteriormente?
L’atmosfera del Laigueglia è sicuramente qualcosa di unico e di invidiabile da parte di tante altre corse, anche straniere.
Si corre su strade bellissime, è il primo appuntamento importante del calendario europeo dopo aver corso in altri continenti, c’è un’aria frizzante che fa venire una gran voglia di competizione.
Il percorso, pur con qualche variazione, presenta sempre il giusto grado di difficoltà, la vittoria va al corridore che è stato in grado di unire una buona condizione a un’ottima condotta di gara: è difficile indicare come potrebbe migliorare, non penso ci sia bisogno di modifiche.
In più, al termine della corsa, ci si dà appuntamento all’altro evento con arrivo in Liguria, ovvero la Milano-Sanremo, come una sorta di rivincita.

Tra le tue vittorie partirei da quella del “triplete” nel 2013...esattamente 10 anni dopo il tuo primo successo.....che poi per noi corrisponde ad una edizione speciale...ovvero quella dei 50 anni del Trofeo. Ci fu un grande gioco di squadra della Lampre con gran lavoro sia di Damiano Cunego che di Daniele Pietropolli.....ci racconti come avevate pensato la gara la sera prima ?

Era da tanto che inseguivo la terza vittoria a Laigueglia e finalmente nel 2013 è arrivata....era quello che volevo.Ricordo che avevo un'ottima condizione ed una super squadra che mi ha agevolato per raggiungere la vittoria. La Lampre ha condotto magistralmente gli ultimi km che comprendevano i due strappi di Pinamare e Capo Mele ...dove volevo scattare io.....ma fui anticipato da Santambrogio e così andammo via in 3. Nella salita di Pinamare infatti ricodo un gran lavoro di Daniele Pietropolli (vincitore proprio a Laigueglia nel 2011) grazie al quale il gruppo si assottigliò e nessuno riuscì a scappare. Per me vincere a Laigueglia è sempre stato importante e anche nel 2013 lo fu anche perchè il Trofeo è stata la prima corsa importante che ho vinto in carriera e quella che mi ha aperto le porte al grande ciclismo. Dispiace perchè le vittorie potevano essere molte di più, ho sfiorato più volte la tripletta ma finalmente nel 2013  il terzo successo è arrivato.

- Beh ovviamente raccontaci anche la volata....fu davvero un trionfo Lampre tu primo e Diego Ulissi quarto...... le tue braccia al cielo ed il tuo urlo subito dopo la linea di arrivo le ricordiamo ancora a Laigueglia

Si volevo evitare la volata perché con questo finale così movimentato era un po’ rischiosa. Era un arrivo complicato, difficile da interpretare.....a me non piaceva molto preferivo quello delle edizioni precedenti....ma visto il risultato la soddisfazione è doppia. Non va dimenticato il lavoro fatto da Damiano Cunego nella salita del Testico che ha controllato gli uomini di Luca Scinto senza farmi sprecare troppe energie. La mia idea era quella appunto di partire ai meno 2 km....nella ricognizione del giorno prima avevo individuato il punto giusto dove partire. Il finale era adatto alle mie caratteristiche, movimentato il giusto....Quando in corsa poi ai meno 2 è partito Santambrogio sia io che Diego Ulissi gli abbiamo preso la ruota... non ci ho pensato neppure un attimo. Sapevo di stare bene e avvertii la squadra già i giorni precedenti la corsa di cosa volevo e non volevo fare durante la gare...l'ho preparata veramente bene e la volata grazie al lavoro di squadra con Ulissi è stata un vero trionfo .....ripeto per me Laigueglia è importate, la prima vittoria in una grande corsa e la prima dove Giancarlo Ferretti mi mise a disposizione la squadra...e poi abitando qui vicino la sento come la corsa di casa.

Quest'anno il tuo compagno di squadra Davide Cimolai ha proseguito con il dominio Lampre Merida......4 vittorie di fila con la tua e quelle di Serpa e Pietropolli.....ci descrivi Davide?.....Noi lo troviamo un ragazzo interessantissimo in prospettiva futura?
Davide è un ragazzo molto interessante, le sue qualità ciclistiche sono grandi e neanche lui sa ancora fino a dove possono portarlo. 
Ha compiuto un percorso di crescita graduale che lo ha portato in questa stagione a imporsi in importanti palcoscenici come il Trofeo Laigueglia e la Paris-Nice. 
Deve continuare sul cammino intrapreso, si potrà togliere belle soddisfazioni.

La corsa che ad oggi non hai vinto ed alla quale quando vai a dormire un pensiero ce lo fai, ed ovviamente perchè?
La Paris-Roubaix è la corsa che più mi si addice e quella che più ho sognato in carriera. La partenza da Compiegne, i tratti di pavè, la foresta di Arenberg, l’ingresso nel velodromo: quando corri la Roubaix, i frammenti di sogno e di realtà di mischiano nella fatica e nell’adrenalina. 
Sono andato vicino a realizzare il sogno, purtroppo mi sono risvegliato sempre poco prima della linea del traguardo a causa di avversari più forti, spero di avere altre occasioni per coronare questo desiderio.

Hai voglia di raccontarci come è nata in te la passione per il ciclismo e quali erano i tuoi sogni da bambino??!!
Ho iniziato tardi a correre, avevo già 12 anni, spesi per la gran parte a pattinare rincorrendo una pallina: ero infatti un ottimo talento di prospetto nell’hockey su pista, sport molto popolare nella mia zona. 
Un giorno vidi da spettatore una gara ciclistica di ragazzini, categoria Giovanissimi, e capii subito che il ciclismo avrebbe potuto assecondare al meglio la mia indole individualista: provai così ad andare in bici e non smisi più, iniziando a sognare di imitare prima le gesta di un campione inavvicinabile per eleganza come Gianni Bugno, poi le imprese di Ballerini, immenso nella sua vittoria a Roubaix nel 1995.

Nella tua carriera hai vinto molto, sei soddisfatto di quello che hai ottenuto oppure hai dei rimpianti??!! Sei passato prof con la Mapei giovani, quello era forse l'ambiente giusto per crescere non ci sbagliamo vero?
Non so dire definitivamente se fosse l’ambiente giusto per crescere, posso però certamente dire che io mi sono trovato molto bene, ho lavorato con professionisti preparati che hanno contribuito alla formazione di corridori dalle grandi prospettive e che conservo ottimi ricordi. 
Ero molto giovane, ma ho potuto contare su punti di riferimento che mi hanno aiutato a orientarmi in un ambiente nuovo come il ciclismo professionistico.

Con il tuo amico Luca Paolini oltre che una grande amicizia dividi anche il traguardo di Laigueglia (vincitore nel 2008 e tu quell'anno 7°) che cosa hai pensato il giorno della sua vittoria alla Gand Wevelgem quando come dice Riccardo Magrini se ne andato via verso la vittoria con lo "scatto del fagiano"?
Luca è un amico col quale mi è sempre piaciuto condividere i momenti belli, come le vittorie di entrambi, e i momenti più difficili. Gli sono sempre vicino.

Lo sappiamo.... è presto, ma sarà una cosa possibile vederti al via del Trofeo nel 2016?
E’ davvero presto per dirlo, prima devo definire il mio futuro a livello di squadra, poi vedremo se avrò la possibilità di essere al via di una corsa per la quale, sempre superfluo specificarlo, provo un sentimento speciale.

Hai più rimpianti per il terzo posto nell'anno di Ignatiev oppure per il secondo del 2009 alle spalle di Ginanni?
Così vanno le corse, non bisogna avere troppi rimpianti, piuttosto è utile capire dove si è commesso qualche errore per provare a migliorarsi. Vedo il terzo posto e la piazza d’onore del 2009 come buone prestazioni, non finalizzate come avrei voluto ma, ripeto, le gare ciclistiche sono fatte anche di sconfitte.

Nel  2012 ..... 9 giorni dopo l'operazione alla clavicola per la caduta in Qatar ti presenti lo stesso al via del Laigueglia per molti fu visto come una imprudenza per noi invece grande voglia di riscatto e di non mollare mai ..... che cosa ti spinse ad una ripresa così rapida?

Tra la caduta in Qatar con la conseguente rottura della clavicola ed il Trofeo Laigueglia ....trascorsero solamente 9 giorni oggi posso pure affermare che non fu una pazzia correre...se avessi avuto sensazioni negative mi sarei tirato indietro io per primo....ma volevo tornare a correre il prima possibile per me era molto importante non perdere giorni di corsa in vista delle classiche  e soprattutto farlo nella "mia Laigueglia" corsa che mi ha sempre portato bene aveva un significato speciale. Arrivai al Laigueglia allenandomi sui rulli per non prendere troppi traumi.Per me era una questione di testa non presi rischi e pedalai per una buona parte della gara (circa 130 km)... e mi fu consegnato il premio combattività...un'altro regalo dalla mia Laigueglia 

Anno 2003 Tuttosport a firma Beppe Conti scrive: "Per celebrare i suoi primi 40 anni il Trofeo Laigueglia si concede il miglior giovane del nostro ciclismo, quello che realmente anticipa il futuro ...il vicentino Filippo Pozzato classe 81 " ( ovvero 21 anni)....... che effetto ti fa leggere questa frase oggi?
Ringrazio Beppe Conti, se ne intende di ciclismo! A parte gli scherzi, rileggere un articolo del 2003 mi fa ripensare a quando ero più giovane, alle prospettive con le quali guardavo il ciclismo, a tutti i bei momenti che ho vissuto in 16 stagioni da professionista e a qualche delusione.
Mi fa anche capire di aver attraversato un importante periodo del nostro sport.

Se non sbagliamo il Trofeo Laigueglia del 2003 fu anche la tua prima vittoria da professionista giusto?

Diciamo di si nel senso che tra il 2000 ed il 2002 ho corso nel progetto giovani della  Mapei insieme ad altri futuri campioni in quelle tre stagioni partecipammo a corse diciamo  "minori". Nel 2002 ultimo anno alla Mapei collezionai appunto 14 vittorie in queste corse ma il Laigueglia è stata la mia prima vera grande vittoria......che emozione. 

Ero al traguardo nel 2003 e il buon Brambilla nel commentare la tua vittoria disse di consultare il tuo sito web per avere più notizie. Tu sei stato tra i primissimi sportivi ad essere presente nel mondo del web e dei social network, questo ti ha portato molto popolarità ma anche tante critiche ingiustificate. Qual'è il tuo rapporto con i tifosi??!!
Mi piace molto confrontarmi con gli appassionati di ciclismo, alla fine sono loro il vero motore e l’anima dello sport professionistico, sia dal punto del supporto che dal lato commerciale. 
Dedico attenzione al rapporto con loro, ho trovato in internet prima e nei social network poi un canale eccezionale, che soddisfa la mia voglia di esprimermi e la necessità di entrare in contatto con gli appassionati.
Ogni secondo e minuto dedicato a un amante della bicicletta è un bene prezioso per il nostro sport.

Quindi edizione numero 40 un vincitore con quasi la metà degli anni del Trofeo... ci racconti come hai preparato la corsa pensavi di vincere il giorno prima? Allo sprint ci fu un grande gioco di squadra della Fassa Bortolo con Frigo e Petito e i battuti...mica roba da poco Bettini, Celestino, Ekimov, Sacchi e Baldato solo per citarne alcuni...ci racconti la tua cavalcata?

Il giorno prima i giornali non mi misero tra i favoriti e questo mi consentì di arrivare alla gara sereno senza particolari pressioni ma con una gran voglia di vincere. Quell'anno poi c'era una motivazione in particolare....noi della Fassa correvamo con l'uomo in più....la prematura scomparsa di Denis Zanette aveva lasciato un segno indelebile in noi compagni di squadra e la mia prima vittoria a Laigueglia fu proprio per lui. A guardare l'elenco dei battuti mi vengono i brividi. Io  ero molto sicuro delle mie possibilità tanto è vero che il giorno prima dissi durante la riunione tecnica che se fossimo arrivati allo sprint avrei vinto io. Petito che conosceva bene la riviera mi spiegò con particolari le problematiche legate al vento sul rettilineo d'arrivo...la squadra fece un gran lavoro durante tutto il giorno per portarmi nelle migliori condizioni ad affrontare la volata. Durante gli ultimi km sia Frigo che Petito fecero un lavoro eccezionale...al quel punto la responsabilità era tutta mia ...il corridore che temevo di più oltre a Bettini era Fabio Baldato...ma oggi posso dirlo quell'anno non c'é n'era per nessuno vinsi io e cominciai la mia storia d'amore con il Laigueglia.  

2004 arriva la doppietta come solo prima di te aveva fatto un certo Eddy Merckx...il giorno prima i giornali erano tutti per Bartoli e Bettini.....ma tu ci pensavi?

Sono arrivato molto sereno all'inizio della stagione 2004, in me c'era una grande voglia dopo la prima stagione in maglia Fassa Bortolo. Avevo una grande voglia di confrontarmi con i grandi del pedale. Pochi giorni prima avevo vinto il Giro di Liguria e mi presentai al via della nuova stagione in condizioni fisiche ottimali, pesavo anche 2 kg. in meno della stagione precedente, questo merito di una maggior cura dell'alimentazione. Durante l'inverno avevo lavorato molto bene con puntiglio e quindi ero curioso di vedere se i  frutti dei sacrifici si sarebbero visti. Comunque si ci pensavo alla doppietta............ è sempre difficile ripetersi ,,,,ma visto il risultato non è impossibile.

Quando mancavano meno 7 km all'arrivo la tua squadra...ops squadrone... si mette davanti e non c'è ne più per nessuno a tirare il gruppo Kirchen ( che vincerà l'anno successivo), Flecha, Tosatto, Petito, Vandenbroucke e Sacchi.....ragazzi che "Dream Team" che emozioni prova un ragazzo di 22 anni ad essere scortato da una fuoriserie del genere? Che volata fu?

Fu una vera e propria cavalcata, avevo a disposizione come dici tu una vera fuoriserie. Giancarlo Ferretti  mi mise a disposizione una squadra composta da autentici fuori classe. La corsa fu controllata dai miei compagni di squadra e dagli uomini della Csc di Michele Bartoli. Quando arrivammo a scalare il Balestrino ultima asperità di giornata i miei compagni di squadra fecero un lavoro strepitoso bloccando ogni tentativo di fuga e inoltre avevo a disposizione il mio "treno" . Si può tranquillamente dire che mi portarono in carrozza. Negli ultimi km i miei compagni di squadra si alternarono in testa al gruppo  in modo splendido e a quel punto vincere era un obbligo.....arrivati all'ultima curva che mi lanciarono verso la vittoria...per me fu una soddisfazione incredibile. Avevo fatto ciò che solo il grande Eddy Merckx aveva fatto prima di me a Laigueglia....la doppietta un anno dopo l'altro...il Laigueglia era sempre di più sulla mia pelle.

Quali sono i tuoi obbiettivi per la prossima stagione?
La mia stagione è terminata in anticipo a causa della frattura alla clavicola occorsa durante la Bruxelles Classic, quindi devo proiettarmi già alla prossima stagione: peccato, speravo di chiudere l’annata in maniera migliore.

Con i migliori saluti,

Un particolare ringraziamento ovviamente a Pippo Pozzato, e al team Lampre Merida e al suo coordinatore generale Andrea Appiani