Presentazione di Marino Vigna.

Foto courtesy: archivio TLS, Marino VIgna riceve dalla moglie del Sindaco di Laigueglia Dott.Giuliano il premio Bastione d'oro dedicato al vincitore del Trofeo Laigueglia.
Foto courtesy: archivio TLS, Marino VIgna riceve dalla moglie del Sindaco di Laigueglia Dott.Giuliano il premio Bastione d'oro dedicato al vincitore del Trofeo Laigueglia.

Marino Vigna (Milano6 novembre 1938) è un ex ciclista su stradapistard e dirigente sportivo italiano. Professionista dal 1961 al 1967, nel 1960 vinse l'oro olimpico ai Giochi della XVII Olimpiade nell'inseguimento a squadre.

Da giovane frequenta assiduamente il Velodromo Vigorelli di Milano dove le sue doti non passano inosservate e gli valsero la convocazione nel 1960 ai Giochi della XVII Olimpiade di Roma. Non si fece sfuggire l'occasione e, appena ventiduenne, vinse la medaglia d'oro dell'inseguimento a squadre in un quartetto composto anche da Luigi ArientiFranco Testa e Mario Vallotto, con il tempo di 4'30"90.

Nel 1961 passò al professionismo con la Philco TV, dove rimase fino al 1962. Nel 1963 con la maglia della Legnagoottenne la sua prima vittoria da professionista, imponendosi nella quattordicesima tappa, da Saint-Vincent a Cremona, delGiro d'Italia.

Passato alla Gazzola, raggiunse il culmine della sua carriera vincendo nel 1964 dapprima la Tre Valli Varesine, poi la tappa di Losanna del Tour de Romandie e infine il Giro delle Tre Provincie. Dopo la vittoria nel 1965 del Trofeo Laiguegliaconseguita con la maglia della Ignis, ottenne la piazza d'onore nella Milano-Torino, che riuscì a vincere nel 1966, questa volta con la maglia della Vittadello.

Terminata la carriera agonistica nel 1967, dapprima assunse il ruolo di commissario tecnico per la pista professionisti e quindi quello di presidente della commissione tecnica della Lega. Entrato a far parte dell'organigramma commerciale dellaBianchi, attualmente si occupa dei rapporti con le squadre di ciclismo.

Incontrare Marino Vigna....vincitore della seconda edizione del Trofeo Laigueglia è stato davvero fantastico uomo di grande saggezza ed esperienza un incontro veramente speciale anche quando dopo qualche settimana lo abbiamo incontrato sulle strade del Trofeo al bivio di Paravenna, si perchè abbiamo avuto l'onore di parlare con il cavaliere della Repubblica Marino Vigna, medaglia d'oro alle olimpiadi di Roma del 1960 nell'inseguimento a squadre di ciclismo e per noi vincitore della seconda edizione del Trofeo Laigueglia nel 1965 la prima edizione internazionale:


Marino Vigna oggi si occupa sempre di ciclismo?

Si la mia passione non mi consente di stare lontano dal mondo delle due ruote, attualmente sono il presidente della commissione Tecnica. La commissione deve valutare ogni modifica dei percorsi con sopralluoghi sulle strade della corsa per esprimere il benestare....questo è anche successo a Laigueglia negli ultimi anni con le variazioni di percorso che ci sono state.


Come mai non partecipò alla prima edizione?

Si nel 1964 non presi il via al Laigueglia perchè caddi alla Seigiorni di Milano, mi entrò una scheggia in una gamba...peccato ero in ottima forma ...tanto è vero pochi giorni dopo andai a correre il Giro di Sardegna disputando un ottima gara.


Lei veniva come molti suoi compagni dalla 6 giorni di Milano. In quegli anni si discuteva molto se la kermesse su pista fosse utile alla preparazione delle prime corse su strada come il Trofeo. A lei portò indubbiamente bene, ma anche in futuro alcuni campioni non prenderanno parte alla nostra corsa in quanto pensavano dannoso passare da corse su pista al caldo dei velodromi, alle strade liguri di un prematuro febbraio, spesso e volentieri con il cattivo tempo!!!

Le Seigiorni erano molto utili per trovare il colpo di pedale giusto oltre che per prendere maggior confidenza con il mezzo......e si erano proprio un ottimo allenamento per poi andare a disputare le gare su strada anche perchè ci consentivano di iniziare la stagione prima, questo faceva si che chi le disputava poteva entrare in forma prima degli altri....oggi se ne sente la mancanza. Diciamo così che era una vera e propria università del ciclismo per tutte le categorie dagli juniores in avanti. L'unico rischio diciamo così era quello di prendersi una bronchite


Che ricordi ha del suo primo Laigueglia, ritorniamo a quel 21 febbraio, alla vigilia c'era aria di neve, invece una giornata discreta anche se ventosa e fredda favorì lo spettacolo e gli attacchi.

Pensavo che la corsa fosse troppo dura per me ed ero partito un pò titubante. All'epoca il percorso prevedeva la triplice scalata del Testico per poi arrivare in corso Badarò. Il giorno prima appunto la neve imbiancò le colline dietro Laigueglia ed io ero preoccupato per lo sbalzo termico tra l'aria aperta e la temperatura che avevamo al velodromo. Noi eravamo in ritiro ad Ospedaletti ed il giorno prima eravamo in dubbio se correre perchè le condizioni climatiche erano avverse.


Era lei il corridore designato dalla Ignis a fare la corsa?

Ma mica tanto,,,,c'erano corridori come Poggiali, Nardello, Vicentini che arrivano da alcune corse a tappe all'estero che dovevano avere molta più gamba di me e Cribiori che invece arrivavamo dalla sei giorni


Come fu lo svolgimento della corsa .....o meglio gli ultimi chilometri?

Io insieme ad alcuni altri corridori rientrammo sui primi  nel tratto di falsopiano del Testico poco prima d'iniziare la picchiata su Stellanello. Rientrammo su Bailetti, Poulidor, Venturelli, Anquetil, Adorni, Garbo ed alcuni altri quando arrivammo vicino a Capo Mele i miei compagni di squadra (Poggiali, Vicentini, Fontona) organizzarono diciamo così un treno ........ebbene si già all'epoca si usava nelle volate creare un treno per il compagno di squadra più veloce.


E' riuscito in un impresa non facile battere Anquetil in volata...che cosa è successo?

Quella volata passò alla storia sui giornali come la volata sbagliata di Anquetil....non dico che questo non mi abbia agevolato ma noi della Ignis eravamo già tutti belli organizzati ed i miei compagni di squadra  fecero un lavoro di squadra eccezionale.  Dopo tre giorni arrivai terzo al circuito di Monaco. All'epoca nel sud della Francia vi erano molte gare di un giorno poi confluite nel Giro del Mediterraneo. Per dirla tutta il francese da gran signore il giorno dopo ammise che anche se non avesse sbagliato a leggere il cartello quel giorno non sarebbe riuscito a battermi chapeau.


Si è vero ricorda perfettamente, abbiamo i giornali di quella edizione, tutti i quotidiani misero in risalto la volata sbagliata da Anquetil, nella foga della volata aveva equivocato uno striscione credendo di essere agli ultimi 200 mt, invece eravamo ai meno 500 mt. Anquetil da gran signore ammise l'errore, ma altrettanto onestamente ammise che avrebbe perso egualmente con un grande Vigna. Un suo ricordo della volata e del campione francese.

... Eh caspista....uno spettacolo vederlo pedalare un esempio perfetto per far vedere come si andava in bici...Era bello stargli a ruota, uno spettacolo. Si presentava al via della stagione con molti meno chilometri di noi ma aveva talmente tanta classe che sopperiva alla differenza di allenamento....mi ricordo un anno che arrivò al via del Giro di Sardegna con soli 700 km ...e poi cosa che non guastava era un vero signore. 


Nel 1968 ci fu un episodio simile a quello della Parigi Roubaix di questa primavera....protagonista fu un treno ed il passaggio a livello di Andora, immagino che se lo ricordi ancora bene giusto?

Ma si.....quell'anno fu grande protagonista il passaggio a livello di Andora....ed un treno che fermò i corridori in corsa. Quando arrivarono i corridori, diciamo così i ferrovieri "patrioti" aiutarono Adorni, Gimondi e gli altri italiani mentre ad Eddy buttarono indietro la bici così il mio meccanico passò sotto i respingenti dei vagoni io mi affacciai dal finestrino dell'ammiraglia e lo vidi impietrito e fermo dalla paura allora lo incitai a passare per aiutare Eddy perchè gli "italiani" stavano andando in fuga....quell'anno fu l'anno di Michele Dancelli...dovemmo inseguire e per Eddy niente vittoria....ma fu solo rimandata.


Nel 1969 si ripresenta a Laigueglia in una veste diversa....quella di Direttore Sportivo... e nella sua squadra c'era un certo Eddy Merckx  come andò?

Eh si quell'anno fu l'anno della vittoria di Michelotto che andò via ad Eddy altrimenti con il "cannibale" non si scherzava in volata....Eddy ci teneva sempre a vincere ed il Laigueglia era una corsa perfetta per lui lo dimostrano le 2 vittorie di qualche anno dopo....


Ora le facciamo una domanda su Romeo Venturelli che per tantissimi anni ha abitato a Laigueglia e che ogni volta che lo si incontrava cercavamo di rubargli un ricordo, un annedoto sul suo ciclismo. Come era il Romeo Venturelli visto all'interno del gruppo?

Venturelli genio e sregolatezza......un corridore con un motore fuori dal comune....grandi gambe .....ma purtroppo la testa non era quella del campione...come è successo anche per altri ....la componente mentale è troppo importante se vuoi fare il corridore e vincere dei stare concentrato sul tuo lavoro. Abbiamo fatto anche il militare insieme era diciamo così una persona alla quale le regolo non piacevano.


Pino Villa papà e patron dei primi Trofeo Laigueglia che personaggio era? Lo sa sig.Vigna che quella seconda edizione del Trofeo non sarebbe dovuta essere internazionale, ma per soli corridori italiani. Pino Villa con uno stratagemma all'insaputa di tutti ingaggiò i francesi Anquetil e Poulidor della Ford e i belgi della Flandria e gli svizzeri della Cynar, si prenderà anche una multa dalla federazione, ma la seconda edizione del Trofeo era già internazionale. Qual'è il suo primo ricordo legato a quella vittoria?

Me lo ricordo bene Pino Villa....veniva a svernare li da voi....perchè organizzava anche altri circuiti oltre il Laigueglia...personaggio estroso come nell'episodio che mi avete ricordato voi  e cioè quello relativo all'edizione dove ho vinto io. Fu un vero colpo di genio quello di far correre corridori stranieri all'insaputa della giuria.  Questo comportamento fece  si  che la corsa divenne subito internazionale anche se portò delle multe. Il primo anno che ero in ammiraglia il 1968 in macchina con me c'era Fiorenzo Magni che era radiato dalla federazione il direttore di corsa che era Pieri Bassano mi fermò e lo fece scendere ma era una cosa diciamo così provocatoria così che i giornali i giorni successivi ne parlarono molto...ecco spesso Pino Villa era artefice di queste trovate diciamo pubblicitarie.


Con le sue squadre è mai stato in ritiro a Laigueglia?

Si, con la Faema venimmo in ritiro a Laigueglia ed oltretutto  ci tenevamo a vincere la corsa ma purtroppo non ci riuscimmo. Laigueglia per un certo periodo fu casa nostra eravamo in ritiro presso l'Albergo Britannia Suisse ed ovviamente facemmo anche le foto ufficiali della squadra. Per due anni consecutivi effettuammo il ritiro invernale li dove ora termina il Trofeo.  Quando effettuavamo le uscite si andava spesso verso Bordighera poi si varcava il confine ed in Francia si prendeva la cornice bassa all'andata e la media al ritorno.  Eravamo tutti in ritiro in Riviera ...oggi per via del traffico sarebbe troppo complicato.


Come è stato il passaggio da corridore a direttore sportivo?

A dire la verità non ci pensavo proprio fu Magni ad insistere, io ho smesso giovane avevo solo 28 anni. Avevo fatto anche un bel finale di stagione concludendo undicesimo al Lombardia...........Magni ha continuato ad insistere....la squadra era forte così decisi di provare. Era già una struttura impegnativa in quanto la squadra aveva 24-25 corridori una realtà molto grande per l'epoca. In tre anni ho fatto 3 Giri 2 Tour e " Vuelta abbiamo corso molto in Spagna perchè lo sponsor aveva una fabbrica nel paese iberico e quindi aveva interesse a farci correre lì. Dopo la Faema ho smesso si stava via troppo e poi non era come adesso che ci sono i telefonini ed i computer per poter comunicare.


Ha avuto l'onere e l'onore di gestire Merckx come è stato avere come corridore il "cannibale" probabilmente il corridore più forte di tutti i tempi?

Lui credo di averlo conquistato subito....abbiamo modificato la posizione in bici soprattutto per le discese e poi l'alimentazione altro aspetto importante per un corridore. Eddy era un grande professionista meticoloso preciso un vero atleta. Un vero calcolatore in gara....non sbagliava quasi mai. Era benvoluto da tutti perchè non si sottraeva mai al lavoro.Diciamo così ha imparato da noi a far lavorare la squadra prima faceva tutto in prima persona. Poi negli anni il rapporto si è tramutato in amicizia  tanto è vero che ci sentiamo ancora adesso.


Che cosa ha "insegnato" a Eddy?

Diciamo intanto che sono stati anni fantastici 2 Giri e 2 Tour vinti con Eddy... un mondiale con Adorni....ma ritornando ad Eddy tutti ridono quando lo racconto ma a lui ho insegnato ad andare piano. Lui era un attaccante nato, ma nelle corse a tappe bisognava gestirsi non si poteva andare sempre all'attacco. Bisognava calcolare che si correva 20 giorni di seguito non poteva diventare sempre una corsa in linea. Sono diventate famose le volte che lui era in fuga ed io riuscivo a fermale......magari con la scusa di cambiare la bicicletta. I belgi correvano un pò così sempre all'attacco ma per vincere i grandi giri bisognava ragionare un attimo......altrimenti si rischiava di rimanere senza energie.

 

Ci sentiamo di dire una vita per il ciclismo giusto Marino?

Eh si le due ruote sono state la mia vita prima corridore, poi direttore sportivo inoltre ho svolto vari ruoli nella commissione tecnica fino a diventarne presidente, inoltre sono anche stato commissario tecnico della pista.  Ho anche avuto l'onore di guidare l'ammiraglia da il mondiale di Ostuni fino a quello vinto da Fondriest e poi anche i due anni di Gianni Bugno. Diciamo così sono stato il portafortuna del grande Alfredo dopo il 1988 non vincemmo più un mondiale.....mi richiamarono per Stoccarda e Benidorm ed il grande Gianni piazzò la doppietta allora dissi ad Alfredo basta chiudiamo qui...chiudiamo in gloria...dopo arrivarono un pò di anni difficili. Ah dimenticavo...per anni sono stato anche segretario dell'associazione corridori.


Un consiglio agli organizzatori del Trofeo Laigueglia?

Mah......è sempre difficile dare consigli....soprattutto a chi lo fa di mestiere. Pensandoci bene io tornerei al percorso originale scalando tre volte il Testico. Oggi si potrebbe fare anche quattro volte visto che i ragazzi arrivano a Laigueglia con molti più kilometri nelle gambe. Certo porterebbe qualche disagio alle città coinvolte ma magari grazie all'intervento della regione potrebbe essere possibile. Ovviamente una situazione di questo genere porterebbe moltissimo pubblico in più.

 

ancora grazie Marino e ci vediamo alla prossima edizione del Trofeo

Foto courtesy: Archivio TLS, 52° Trofeo Laigueglia sul Colle di Paravenna in attesa del transito della corsa ritroviamo un autentico parterre de roi, in primo piano con gli occhiali Marino Vigna, alla sua sx. con il cappotto Ivo Bensa giudice di gara della prima edizione del Trofeo , in centro sullo sfondo Beniamino Schiavon mitico Direttore dell'Azienda di Soggiorno di Laigueglia nei primi anni del Trofeo Laigueglia.