Presentazione di Claudio Michelotto.

 Claudio Michelotto (Trento, 31 ottobre 1942) è un ex ciclista su strada italiano, professionista dal 1966 al 1973.

Riuscì ad imporsi in alcune classiche del ciclismo italiano (Tirreno-Adriatico e Giro di Sardegna). Partecipò sette volte al Giro d'Italia, vincendo una tappa nel 1969 (anno in cui arrivò secondo), tre volte al Tour de France e due alla Vuelta a España, senza però ottenere risultati importanti.

Al Giro indossò anche la maglia rosa per dieci giorni nel 1971, ma uscì poi dalla classifica in seguito a una crisi sul passo Pordoi. (fonte wikipedia)


Storia di Claudio Michelotto a cura:  Associazione Amici del Museo del Ciclismo "Gino Bartali"

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Nato a Trento il 31 ottobre 1942, Michelotto inizia a mettersi in luce nel 1963. In maglia Aurora fa suoi cinque traguardi: la Coppa Spinale e Manez a Preore, il Trofeo Val di Gresta, il circuito di Santa Massenza, il Trofeo Città di Trento e la Moena-Predazzo a cronometro. Nel 1964 corre per il gruppo sportivo Padovani e disputa il Tour dell'Avenir contribuendo al successo di Felice Gimondi.
Rientrato dalla terra transalpina, Michelotto dopo alcuni giorni riparte alla volta dell'Ungheria per disputare e vincere il giro a tappe che viene organizzato in terra magiara. Successo che costituisce tappa di avvicinamento al campionato italiano a squadre vinto dalla Padovani. E' l'anno delle Olimpiadi di Tokio e Michelotto non nutre alcun dubbio sulla convocazione, invece i selezionatori non lo inseriscono nella rosa degli atleti che disputeranno l'olimpiade giapponese. La delusione è cocente ma viene mitigata dalle offerte, davvero allettanti, che gli provengono dalla Sammontana. Nel giro di pochi giorni l'accordo è fatto e nel 1965 Michelotto difende i colori della squadra empolese. La stagione si rivela ricca di piazzamenti, anche prestigiosi, come nel caso del Giro della Bolghera e del Trofeo Degasperi che lo vedono in entrambe le occasioni battuto di un soffio. Inoltre di rilievo la vittoria nel Borgosesia con traguardo posto a Cavalese.
Michelotto è ormai prossimo a compiere ventitre anni e la categoria dilettanti gli sta un pò stretta; a fine stagione la Sanson gli offre l'opportunità di passare professionista e lui accetta senza alcuna riserva. La prima stagione d'ambientamento riserva a Michelotto un risvolto negativo: al Campionato di Zurigo cade ed è costretto a chiudere anzitempo la stagione. Nel 1967, in maglia Max Meyer, rientra alle corse; i postumi dell'incidente si fanno ancora sentire e non gli consentono di imporsi come lui vorrebbe. Riesce comunque a racimolare un buon secondo posto nella tappa del Giro d'Italia che porta i corridori da Cortina a Trento. Se assistito da maggior fortuna avrebbe potuto conquistare anche il successo parziale, ma incappato in una caduta alle porte di Trento si fa raggiungere dal gruppetto degli inseguitori e quindi battere allo sprint da Vittorio Adorni.
Il biennio 1968-69 lo vede comunque protagonista. Ad inizio '68 giunge il successo nella Tirreno-Adriatico, seguito dal Trofeo Cougnet, grazie alle vittorie di Castiglione del Lago e nella Coppa Bernocchi. E' un Michelotto diverso, ancora più caparbio quello che si presenta al via della stagione seguente (1969). Le vittorie dell'annata precedente lo hanno rinfrancato. Nel breve volgere di un mese si impone nel Trofeo Laigueglia, nel Giro di Sardegna e nella Milano-Torino. Il suggello ideale a quest'annata giunge con il secondo posto nella classifica generale del Giro d'Italia dopo aver vinto il tappone dolomitico conclusosi a Cavalese. Sfuggito il successo nel Giro d'Italia del '69, Michelotto l'anno dopo non ottiene risultati particolarmente eclatanti. Una stagione che si rivela di transizione in vista del 1971, anno del secondo mancato successo al Giro d'Italia. Il Giro parte da Lecce e comincia ad infiammarsi dopo la tappa di San Vincenzo vinta da Felice Gimondi con Aldo Moser e Michelotto protagonisti di un'ottima gara che consente a Moser di indossare la maglia rosa. L'indomani, nella tappa che si conclude a Casciana Terme, vince Tumellero e Michelotto riesce a strappare la maglia di leader al corregionale. Michelotto rimane in vetta alla classifica fino alla tappa Lienz-Falcade dove è vittima di una crisi che muove i primi passi lungo l'ascesa a Passo Pordoi per poi trovare il suo volto definitivo lungo la discesa del Valles. La maglia rosa passa alla svedese Gosta Pettersson che la porterà fino a Milano. Nonostante il prosieguo del 1971 lo veda primo sul traguardo del Giro di Campania e protagonista della Milano-Torino, la Scic non gli rinnova il contratto. Nel biennio successivo 1972-73, con la Gbc, riesce a guadagnarsi la maglia azzurra per disputare in qualità di riserva i mondiali di Gap 1972 vinti da Basso e riesce a vincere la tappa di Moesel al Giro della Svizzera ed il Trofeo Cougnet.
Dopo queste ultime soddisfazioni, nell'autunno del 1973 Michelotto decide di appendere la bici al chiodo.


Oggi incontriamo il vincitore del Trofeo Laigueglia del 1969 Claudio Michelotto, dopo lunghe ricerche finalmente il piacere di fare “4 chiacchere” con un campione che come ci ricorderà lui “ sono sicuro che avrei potuto e dovuto vincere molto di più ma la mia carriera è stata molto sfortunata” e dopo il prematuro ritiro nel 1973 “ sono uscito dal circuito e mi sono un po' chiuso nella mia vita” campione anche d'umiltà infatti al nostro primo contatto telefonico quando chiediamo a Michelotto se si ricorda di aver battuto Merckx al Laigueglia subito si schernisce è quasi vergognandosi dice sì è vero mi sembrava ma non lo volevo dire non ero sicuro nemmeno più io.......


  • Non possiamo non partire da ormai quel lontano giorno, era il 15 febbraio 1969

  • Si è passato molto tempo, non ricordo molto (ndr ma i ricordi invece verranno tanto vero che rimarremo al telefono per 55 minuti....)



  • Eri chiamato uno dei ragazzi del "moro" Nencini, il quale ad un certo punto ti urla: "vai Merckx è in panne" ricordi?

  • Mi ricordo che era una giornata molto fredda piovigginava e nevischiava... Attaccai già sul Testico con il mio compagno di squadra Guido Neri e in discesa rischiando tutto mi involai da solo che mancavano solo una ventina di chilometri e tenni duro

  • Tu conoscevi bene le strade,era più di un mese che ti allenavi in riviera come si stava da noi? Ci racconti il ritiro?

  • I ritiri iniziavano subito dopo l'epifania. Di solito si stava fermi almeno novembre dicembre e gennaio e quindi era facile andare in sovrappeso anche di diversi chili in quegli anni siamo fine anni 60 inizio anni 70 tutto il mondo del ciclismo si ritrovava in gennaio sulla riviera ligure mi ricordo sicuramente un anno ad Alassio all'hotel Aida ed anche a Laigueglia siamo stati un anno in ritiro, mii viene in mente un albergo in fondo a Laigueglia subito prima della salita di Capo Mele potrebbe essere l' Hotel Aquilia, inoltre ricordo i diversi ritiri invernali a Sanremo, Diano Marina e Bordighera.
    Si sceglieva la Riviera Ligure indubbiamente principalmente per il suo ottimo clima da eterna primavera e qui si incontravano tutti i campioni a preparare la nuova stagione e per questo si facevano tante corse già sulla Costa Azzurra e così incominciò anche la nostra avventura a Laigueglia.

  • In quegli anni il Trofeo arrivava dopo pochi giorni dalla chiusura della 6 giorni di Milano, passare dalla pista al coperto ad una corsa in linea, sovente al freddo, che cosa comportava e che preparazione richiedeva?

  • Ma al riguardo della sei giorni di Milano io non la reputavo molto utile per la preparazione alle corse anche perché noi stradisti là si la si faceva più che altro per il nome non certo per preparare le corse a lì a venire. Era soprattutto per i pistard, certo poi c'erano le eccezioni come Eddy Merckx che sapeva vincere sia alle 6 giorni che poi su strada oppure ricordo anche il mio amico è anche compagno di squadra Marino Vigna capace di correre e vincere su pista e poi trionfare al Trofeo Laigueglia.

  • Quella edizione del Trofeo Laigueglia fu data in diretta televisiva sulla RAI, quindi con grande ritorno d'immagine, purtroppo nonostante fosse iscritto il campione del mondo Vittorio Adorni non prese il via, in compenso i tuoi avversari più accreditati furono il cannibale Merckx, Bitossi, Zilioli,lo spagnolo Jimenez e i francesi Anquetil e Poulidor e molti neoprofessionisti. Alla vigilia chi temevi di più tra di loro ???!!!

  • Ricordo un gran freddo, il giorno prima aveva nevicato e la corsa fu in dubbio fino all'ultimo momento, sicuramente temevo il maltempo e poi tutti i campioni che hai nominato, ma veramente un bel campo partenti.

  • Merckx correva il Laigueglia come se fosse la Sanremo o il mondiale non era facile vincere......complimenti, un ricordo del cannibale?

  • In quel periodo c'erano grandissimi corridori e correre con campioni come Eddy Merckx è stato un grande privilegio ed un onore. Lui come molti altri corridori dell'epoca erano prima di tutto dei grandi uomini e con una grandissima personalità, io sono fiero di aver corso al loro fianco. Eddy poi era un fenomeno fuori da ogni catalogazione.

  • Che differenze maggiori noti tra la preparazione ai vostri tempi ed invece quella dei corridori odierni. Per esempio Merckx si presentò al via del Trofeo sovrappeso di ben 4 kg e con soli 2500 km di allenamento nelle gambe eppure era competitivo da febbraio ad Ottobre, ora sono già tirati a lucido a gennaio, ma è difficile trovare corridori competitivi su più percorsi per così tanti mesi!!!!

  • Si sì anch'io come Merckx ero leggermente sovrappeso e con circa 2.500 chilometri di allenamento. Ho iniziato dopo l'Epifania tanti di più non potevano essere dopo la pausa invernale. Già l'inserimento del Trofeo Laigueglia fu una piccola rivoluzione visto che la prima vera corsa era la Milano-Sanremo e poi si correva solo in Europa, ora praticamente si corre tutto l'anno e in tutto il mondo

  • Ci racconti una giornata tipo d'allenamento?

  • Dopo un'abbondante colazione si partiva per l'allenamento era quasi sempre in direzione di Sanremo e non Savona perché verso la Francia trovavamo un clima migliore. Non facevamo durante il mese di gennaio salite troppo lunghe al massimo di 3 o 4 chilometri vicino alla costa per non prendere troppo freddo salite come il Poggio, o nell'entroterra di Imperia oppure come il Testico che poi trovavamo in corsa al Laigueglia. Sicuramente fu grazie al molto tempo e agli allenamenti che si fece in Riviera che mi permisero di conoscere molto bene il percorso soprattutto le discese infatti in quel 1969 dove vinsi il Trofeo ero già da un mese in allenamento da voi.

  • Le previsioni del giorno prima davano pioggia, vento, neve.....un clima belga...eppure ha vinto un italiano sul miglior belga di sempre....hai attaccato nel tratto più difficile della discesa prima di Stellanello. La strada era difficile aveva nevicato...sale cosparso un vero funambolo come hai fatto? ci racconti la tua impresa?

  • io in discesa andavo molto forte ero abbastanza spericolato però per andare forte in discesa bisogna anche saper andare in salita sennò quando si scollina si è troppo stanchi e non abbastanza lucidi e se si è troppo staccati non c'è abbastanza spazio per recuperare in discesa.

    Ricordo che sino al primo passaggio sul Testico siamo rimasti tutti insieme, qui attaccò il mio compagno di squadra Guido Neri (ndr. vincitore della prima edizione del Trofeo) e un belga. Li abbiamo ripresi prima della discesa grazie sopratutto a Bitossi, quindi siamo rimasti in nove sul secondo passaggio del Testico ricordo con Poulidor, ma anche qui ci hanno ripreso sul falsopiano e poi appunto come ho già detto nella discesa del Testico mi sono buttato giù a capofitto e me ne sono andato da solo.

  • Nel 1969 la locale azienda di soggiorno per realizzare la corsa investiva 6/7 milioni di lire ora le cifre sono lievitate all'inverosimile e causano la scomparsa di molte corse, il ciclismo è cambiato molto vero?

  • sì certo il ciclismo di oggi è molto cambiato ci sono troppe gare. Ai miei tempi si correva da febbraio a ottobre e dovevamo essere competitivi sin da subito per questo forse la gente si appassionava anche di più perché c'era un confronto costante tra i vari corridori durante tutto l'anno in diverse corse e su diversi percorsi e ci si incontrava sempre invece ora è difficile trovare una corsa dove ci sono tutti i campioni perché ognuno sceglie un periodo in cui essere in forma

  • Il campione del mondo Adorni il giorno prima  su Tuttosport  ad una precisa domanda sul risultato della corsa dichiarava: "chiaro, Eddy" Merckx preparatissimo ha il freddo dalla sua ....eppure sei riuscito a far saltare il banco quando ti sei reso conto di avere fatto l'impresa?

  • Ho preso quasi subito un minuto di vantaggio e l'ho mantenuto sino all'arrivo***

  • Ritornerai al Trofeo sia nel 1970, 1971 con la Scic e nel 1973 con la Bianchi, che ricordi hai di queste tue altre partecipazioni??!!! Non sei riuscito a bissare la tua vittoria, cosa ti è mancato ??!!!

  • Niente in particolare, ho solo incontrato corridori più forti di me in quel momento***

  • Siamo facili profeti se indichiamo come tuo anno migliore proprio il 1969 hanno della vittoria al Trofeo e nel giro di un mese del Giro di Sardegna e della Milano-Torino preambolo al prestigioso secondo posto al giro d'italia con la vittoria di tappa a Cavalese ??!!

  • Io lo so, sono sicuro che avrei potuto e dovuto vincere molto di più ma la mia carriera è stata molto sfortunata sin dall'inizio. Al primo anno di professionismo nel 1966 già con quelli incidente a Zurigo con frattura della base cranica mi ci volle un anno di convalescenza prima di riprendere in bici.. Nel 1968 le prime vittorie e poi nel 1969 forse il mio anno migliore con la vittoria appunto al Trofeo Laigueglia la vittoria di tappa al Giro d'Italia con il secondo posto finale ma nel 1970 di nuovo la sfortuna si accanisce contro di me di nuovo 2 fratture alla clavicola che comportano un nuovo stop alla mia carriera

  • E invece la tua più grande delusione???!!!! Te la senti di raccontarci la tua versione del giro d'italia del 1971 e della famigerata, se vera o verosimile, guerra tra le marche di cucine della scic e la salvarani ????!!!!

  • Nel 71 di nuovo la sfortuna si accanisce su di me. In inverno a gennaio ricordo che eravamo in ritiro a Bordighera un albergo con la mia squadra la Scic fatto sta che presi la tenia o verme solitario e i medici se ne accorsero solamente in vista della Milano Sanremo e subito dopo la corsa mi tolsero la tenia.... mi ripresi bene e corsi un grande Giro d'Italia tant'è vero che presi la maglia rosa. Dopo alcuni giorni che avevo la maglia mi sentivo nuovamente debilitato ci accorgemmo che avevo nuovamente il verme solitario ormai mancavano poche tappe al termine e approfittammo del giorno di riposo per fare l'operazione è togliere il verme solitario. Purtroppo questo mi debilitò completamente svuotandomi di ogni energia, il giorno dopo tappone dolomitico i miei avversari saputo dell'operazione del giorno precedente ne approfittarono per attaccarmi tutti coalizzati così persi la maglia e il morale. Quel giorno mi segnò, fu una grande delusione infatti corsi ancora due anni e smisi giovane nel '73 non avevo più le giuste motivazioni ed era a questo punto giusto smettere. Sono infatti uscito dal giro e non sono rimasto più in contatto con nessuno del mondo del ciclismo, troppo amareggiato anche se dentro di me so che avrei meritato molto di più e se solo avessi avuto un po' di fortuna avrei vinto molto di più.

  • La corsa che avresti voluto vincere ???!!!

  • Bah....al Giro d'Italia ci sono andato molto vicino, ben due volte....se solo avessi avuto un po' di fortuna in più

  • Dopo il tuo ritiro nel 1973 sei praticamente sparito!!! che cosa hai fatto di bello nella tua vita e per diletto la fai ancora qualche km in bici ??!!!

  • Ancora adesso esco regolarmente in bici a fare i miei kilometri da ormai 72enne e sono dello stesso peso di quando correvo 68 chilogrammi e devo dirti la verità che tra guardarmi per esempio i mondiali in tv ed uscire in bici per l'allenamento non ho dubbi, anche perchè me li posso vedere registrati, ma il piacere di pedalare non l'ho perso.

  • Hai continuato a seguire il ciclismo e in particolare anche il nostro Trofeo ???!!!!

  • Dopo il mio ritiro nel 1973 ho seguito il ciclismo sempre dal di fuori, sono uscito dal circuito e mi sono un po' chiuso nella mia vita. Continuo a seguire il ciclismo in generale per televisione in particolare il Giro d'Italia e naturalmente con un occhio di riguardo per le corse che ho vinto tra cui non manca certo il Trofeo Laigueglia.

  • Claudio un ricordo anche del grande Jacques Anquetil??

  • Ho un nitido ricordo del grande Jacques Anquetil un vero signore e campione come pochi. Ricordo che proprio al Trofeo mi ritrovai a pedalare in salita al suo fianco e rimasi impressionato dalla facilità con cui saliva non respirava nemmeno si può dire, non aveva nessun affanno, una classe immensa. Lui d'inverno non si allenava molto e nemmeno dopo durante la stagione era conosciuto per i suoi troppi allenamenti, praticamente si allenava correndo le corse e soprattutto si preparava per i grandi giri.... in corsa sembrava non ci mettesse troppa grinta ma i risultati arrivavano ed eccome


Un grazie a Claudio Michelotto che ha voluto ricordare con noi la sua vittoria al Trofeo Laigueglia e far rivivere l'atmosfera magica di quegli anni