Knut KNUDSEN Nasce a LEVANGER il 12 ottobre 1950, un corridore alto, possente, completo, con formidabili doti sul passo, ed una naturale predisposizione verso le corse a cronometro, nonché le corse a tappe, più brevi che lunghe. Knut era nato a due passi dai fiordi, a Levanger in Norvegia, il 12 ottobre 1950. Un "vichingo" gentile fin dall'infanzia che, per correre in bicicletta, fu costretto a non pochi sacrifici logistici.
Arrivato fra i dilettanti, cominciò a dettare legge non solo fra i connazionali (vinse ripetutamente i titoli nazionali su strada, su pista e a cronometro), ma al cospetto dei più forti d'Europa. Nel '72, su strada, vinse il Giro di Norvegia e i campionati di Scandinavia. Su pista, vinse la Medaglia d'Oro alle Olimpiadi di Monaco nell'inseguimento
, dominando, come fosse di un'altra categoria. L'anno successivo, nella medesima specialità, si laureò campione mondiale, ancora una volta irridendo gli avversari.
Passò professionista nel 1974, in Italia, nelle file della Jollyceramica di Giovanni Battaglin. Lo si attese da subito agli acuti su pista che, però, non arrivarono. Fu finalista ai mondiali dell'inseguimento nel '75, quando fu battuto da Schuiten e nel '77, quando fu superato da Gregor Braun. Finì terzo nel '76, dietro a Francesco Moser e, ancora, Roy Schuiten. Ma se sui velodromi non andò come era prevedibile, si rifece su strada, grazie a belle ed importanti vittorie e un'infinità di piazzamenti di pregio, partendo, sempre o quasi, dal ruolo di gregario, certo di lusso, ma pur sempre luogotenente.
Nel '75 vinse a Fiorano la prima tappa del Giro e vestì per due giorni la maglia rosa. L'anno successivo vinse la Cronostaffetta. Tornò a ruggire al Giro nel '77, trionfando nella tappa a cronometro di Pisa, dove inflisse significativi distacchi a Moser ed a Michel Pollentier. Nel '78 vinse il Giro di Sardegna (era già giunto 3° nel '75), il Trofeo Laigueglia, il Giro della Provincia di Reggio Calabria, il Trofeo Baracchi in coppia con Schuiten.
Grandissima e sfortunata la sua stagione '79. Vinse dapprima la Tirreno-Adriatico (era già giunto 2° nel '74, '75 e '78!), quindi il Giro del Trentino, dimostrando un tangibile miglioramento nelle lunghe salite. Al Giro d'Italia, dopo aver vinto con un portentoso assolo la tappa di Portovenere, mentre lottava per la vittoria finale con Saronni (erano divisi da pochi secondi e c'era ancora da correre la crono finale di Milano), fu costretto al ritiro per una rovinosa caduta a soli tre giorni dall'epilogo.
Nel 1980, trionfò di nuovo nella Cronostaffetta e vinse, a Bruxelles, il Gran Premio Merckx. Nel 1981, tornò prepotentemente protagonista al Giro d'Italia vincendo il prologo di Trieste (sui "nemici" della pista Moser e Braun) e le altre cronometro di Montecatini e Verona. Trionfò nella Ruota d'Oro e, di nuovo, nel G.P. Merckx. Dopo una stagione così densa di soddisfazioni e di rilevanza, a fine anno decise di appendere la bicicletta al chiodo. In tanti cercarono di convincerlo a continuare, ma lui non ne volle sapere. In fondo, l'insistenza era legittima: al mondo nessuno lo valeva nel ruolo di luogotenente o di vero e proprio gregario, non solo per qualità, ma pure per la grande onestà che l'ha sempre contraddistinto.
Così, a trentun anni quando ancora poteva recitare pagine importanti, Knut, l'uomo dei fiordi e della simpatia che non puoi dimenticare, mise la parola fine alla sua onorevole carriera.

Articolo inviato da: Morris 
fonte: http://www.museociclismo.it

Foto courtesy: archivio AVL, sull'altopiano di Testico Knut Knudsen, il primo da sx con il berrettino sta per fare lo scatto decisivo che lo porterà alla vittoria del Trofeo Laigueglia.
Foto courtesy: archivio AVL, sull'altopiano di Testico Knut Knudsen, il primo da sx con il berrettino sta per fare lo scatto decisivo che lo porterà alla vittoria del Trofeo Laigueglia.

Un altro norvegese a Laigueglia dopo Thor Heyerdahl.... innanzi tutto Knut ben trovato e bentornato anche se via web a Laigueglia, che oltre ad essere la sede dello storico Trofeo era anche il paese del quale il mitico antropologo ed esploratore norvegese si era innamorato di ritorno da uno dei suoi viaggi attorno al mondo. Il tuo illustre concittadino Thor Heyerdahl risiedette a Colla Micheri borgo sulle alture di Laigueglia dagli anni '60 sino alla sua morte. Amava talmente Laigueglia da voler essere sepolto su Capo Mele dove lo sguardo indugiava dal mare blu cobalto, alle Alpi innevate come nelle splendide giornate di febbraio, quando all'orizzonte si vedeva la Corsica e la mente di Thor “viaggiava” verso i suoi fiordi..........

Hai vinto un oro olimpico (1972) ed un mondiale (1973) nell'inseguimento su pista quanto pensi che possa essere utile l'attività su pista nella preparazione dei corridori? Oggi la pista è quasi abbandonata soprattutto in Italia e i risultati si vedono tu che cosa ne pensi?

La pista è una buona preparazione anche per i corridori che corrono su strada. Principalmente nella pista si impare a quidare bene il mezzo, e si trova una pedalata rotonda. Io come tanti altri coridori si correva in pista d' inverno per prepare le prime pedalate in strada in primavera. Quando correvo io anche parecchi corridori Italiani correvano nella pista durante inverno, corridori come Moser e Saronni…


Che effetto fa vincere una Olimpiade?

Quandi si vince una Olimpiade, rimane sempre un ricordo grande anche nel ciclismo. Per me è stato l'inizio che apriva la mia carriera nel ciclismo internazionale


Purtroppo quell'Olimpiade fu segnata dal tremendo attentato e dalla uccisione di undici atleti israeliani tu ti trovavi vicino al luogo dove è successo, hai avuto paura per la tua incolumità   come avete vissuto i giorni successivi?

Io ho corso prima di quell'attentato. Comunque ero nel villaggio olimpico, e abitavo accanto alla casa dove e successo. Certamente io come tanti altri avevamo paura, stavamo veramente tanto male. Ma quasi tutti nel villaggio volevamo andare avanti, perche noi non volevamo i terrositi come vincitori. Le Olimpiadi andarono avanti, ma con nuvole pesanti su in cielo.


Knut a rileggere sui giornali  la cronaca della corsa del 1978 si evidenzia il fatto che tu sei stato bravissimo a scappare nel tratto di falsopiano prima della discesa del Testico ed altrettanto molto bravo a tenere fino al traguardo sfruttando le tue doti di cronomen ma si evidenzia anche  che dietro c'era un pò di rivalità tra Moser, Saronni Maertens Gavazzi.....comunque chi vince ha sempre ragione..... tu che ricordi hai di quel giorno..della tua vittoria e dello svolgimento della gara?

Nella salita di Testico, quando mancavano circa 1 km della cima scattai. Con me rimase solo Gregor Braun. Prima della cima rimase staccato, e io fui solo.  Tutto il falsopiani da solo, e sapevo che se io facevo la discesa bene, potevo andare all'arrivo da solo. Dopo la discesa il mio Direttore sportivo GianCarlo Feretti mi avvicina con la machina, e mi grida: “ se vai cosi, tu vai all'arrivo da solo”. Questo era la prima vera corsa della primavera, e a tutti mancava la distanza. Quando mancavano circa 3 km all'arrivo io sentivo che le gambe non rispondevano come prima, ma stringevo i denti, e arrivavai da solo. La rivalita  tra quelli dietro io non ci feci nemmeno un pensierino. Se uno di questi voleva vincere doveva stare con me sul Testico, ma li mancavano tutti al di fuori di Gregor Braun… 


Quell'anno eri arrivato molto preparato, il giorno prima che sensazioni avevi? pensavi di poter vincere?

Certo, mi era molto preparato. Io sapevo che insieme alla Bianchi potevamo vincere la corsa, perchè era una grande squadra. Noi eravamo in ritiro a Diano Marina, e mi allenavo molto bene insieme con gli altri compagni di squadra. Al mattino un allenamento lungo, e al pomeriggio un paio d'ore tranquillo da solo. Quando il Trofeo Laiguelia s'avvicinava, sentivo che la forma era buona, e sapevo che potevo fare una grande corsa. Il mio Direttore Sportivo Giancarlo Ferretti mi disse alla mattina: “ cerca di stare avanti prima del Testico, prova un scatto secco nelle salita, e vediamo se qualcuno ti segue…


Per vincere dichiarasti ai giornalisti che tu passasti un inverno esemplare, addirittura in castità.....ma era vero? :) Comunque oggi i corridori ( come molti atleti di altri sport) sembrano a volte troppo distratti dalla vita che li circonda, tu che cosa ne pensi?

E vero, io ero veramente molto serio quando mi allenavo, e mi allenavo molto. Fuori dalle ore di allenameto io non ero una asceta, uscivo fuori con amici in città per passare serrate bellisime. Sonopassati tanti anni, e il nostro mondo va avanti, questo vale anche il ciclismo. La vita cambia di pari passo con il nostro sport. Gli atleti di oggi si devono dedicare molto al proprio sport se intendono vincere. Quando correvo io c'erano 10 corridori che potevano vincere, oggi se ne trovano 40 sullo stesso livello. Per quello devono sempre tenere una condotta esemplare se vogliono vincere.

 

Tu hai partecipato ad altre 8 edizioni del Trofeo Laigueglia hai qualche ricordo legato alle altre partecipazioni alla nostra corsa? Ad esempio penso all'edizione del '74 dove tu arrivasti 6° nel gruppo ad un minuto da uno scatenato Eddy Merckx rimasto in fuga tutta la giornata, volata del gruppo che vinse Felice Gimondi il quale sarà proprio dal 1978 al 1981 tuo capitano alla Bianchi.


Al di là della vittoria nel 1978, mi è sempre piaciuta questa corsa e mi è sempre piacuta la zona di Laigueglia, una regione bellisima. La prima corsa nel 74 quando vinse Mercks me la ricordo molto bene. Mercks era il grande campione, e la corsa del 74 fu la mia prima corsa da profesionista. Correre insieme a lui fu per me una grande cosa.


Beh ne approfittiamo, ci regali anche un ricordo di Felice??!!!


Felice è rimasto per me un grande. Non solo come corridore, ma anche come uomo. Mi ricordo bene quando Felice non correva più e io arrivavi terzo alla Milano-Sanremo. Bene io ero nell'albergo e volevo prendere la mia valigia per portarla sotto. Felice mi disse:” Knut prendo io la valigia, tu sei un corridore.....” Gimondi è un grande in tutti i campi…


Il Trofeo Laigueglia in Norvegia tra gli amanti delle due ruote è conosciuto?

Si, in Norvegia si conosce il Trofeo Laiguegila. I norvegesi seguono molto il ciclissimo…


Cosa fa oggi Knut Knudsen nella propria vita?

Lavoro con norvegesi che vogliono andare in Italia per andare in bicicletta. Da marzo fino al primo settembre io abito in Italia, non lontano da Viterbo, un paesino di nome Vasanello. Affitto un albergo, e accompagno I norvegesi sulle strade dell'alto Lazio. Qui parte anche una corsa per cicloamatori ( La Knudsen Giro Alto Lazio ). Siete benvenuti tutti…


Sei mai ritornato a Laigueglia dopo che hai smesso di correre?

No, ma ha voglia di venire una volta


Segui sempre il ciclismo e magari anche il Trofeo Laigueglia quale consiglio ti sentiresti di dare agli organizzatori per migliore la corsa? Ad esempio percorso, posizione in calendario oppure altro?

Si lo seguo. Per quanto riquarda la corsa avanti così, come sempre è belissima.

Grazie per il tuo tempo noi ti aspettiamo ci saluti in norvegese?....

En hilsen til dere alle i Laigueglia J

Mvh Knut