17 febbraio 1998 - 35° edizione

Planimetria.

Cronotabella e altimetria.

Elenco iscritti.

Foto courtesy: Francisco José Martinez Arizcuren, Michele Bartoli intervistato all'arrivo. Sulla dx. copertina della gran fondo dedicata a Laigueglia a due miti del ciclismo italiano e mondiale M.Bartoli e M. Argentin. All'estrema dx il vincitore Chanteur
Foto courtesy: Francisco José Martinez Arizcuren, Michele Bartoli intervistato all'arrivo. Sulla dx. copertina della gran fondo dedicata a Laigueglia a due miti del ciclismo italiano e mondiale M.Bartoli e M. Argentin. All'estrema dx il vincitore Chanteur

Le squadre iscritte con relative maglie.

Cronaca della corsa.

Dopo la parentesi di Michele Bartoli, vincitore dello scorso anno, il Trofeo Laigueglia, giunto alla 35ª edizione, classica corsa d'apertura della stagione ciclistica italiana, e' tornata ad appannaggio dei corridori stranieri dominatori dell'ultimo decennio. Sul traguardo fissato sul soleggiato lungomare della localita' rivierasca e' infatti passato per primo il francese Pascal Chanteur, della Casino C'est Votre Equipe, che ha battuto abbastanza facilmente nella volata finale il compagno di fuga Eddy Mazzoleni.
Il giovane bergamasco della Saeco, professionista dal 1996, ha tentato negli ultimi 250 metri di stare sulla ruota dell'avversario, ma il piu' esperto francese, 30 anni, non si e' fatto sorprendere ed ha tagliato il traguardo con un paio di metri di vantaggio fissando nell'albo d'oro della corsa per la prima volta il sigillo della Francia.
Mazzoleni, 25 anni, ha dovuto accontentarsi del premio della combattivita', guadagnato per la sua intraprendenza. Suo e' stato infatti l'attacco che ha deciso la corsa, mentre gli attesi big Bartoli, Gotti e Tonkov si sono messi in evidenza soltanto nelle prime fasi, accontentandosi per il resto di 'fare la gamba'.
L'allungo decisivo allungo e' stato sferrato a 25 km. dall'arrivo subito dopo Crocetta di Moglio, l'ultima asperita' della corsa, a 360 metri d'altitudine.
Della decina di corridori che fino a quel momento avevano condotto la corsa soltanto Chanteur e' riuscito a contenere l'attacco di Mazzoleni. Gli altri fuggitivi tra cui Bettini, poi giunto terzo, Colombo, Petito, Saligari, Ongarato, Bortolami, e Malberti non sono riusciti infatti a reggere lo stacco e hanno raggranellato lungo la discesa un ritardo di 55" poi salito ad 1'44" nel finale.
La corsa (189 partenti, 71 gli arrivati) "orfana" di Pantani che ha scelto di esordire nella Vuelta valenciana, Cipollini e Chiappucci (messo ko da un mal di denti) si e' animata dopo 35 chilometri per una fuga del belga Stremerch che pero' dopo un vantaggio di 2'5" e' stato raggiunto poco dopo l'inizio della prima scalata del Testico (470) sulla vetta del quale il gruppo molto allungato era guidato dai corridori della Asics con in testa Michele Bartoli, classificatosi poi al 47° posto con un ritardo di 8'39". Le mosse decisive si sono pero' registrate ad una cinquantina di chilometri dall'arrivo quando la media della corsa ha superato i 40 km. orari. Fino a 25 chilometri da Laigueglia, quando Mazzoleni e Chanteur sono stati protagonisti dell'allungo decisivo. 
"Quest'anno il brindisi con champagne e' d'obbligo". Con queste parole il corridore francese Pasqual Chanteur dopo aver tagliato per primo il traguardo di Laigueglia, ha voluto mettere in risalto la prima vittoria di un corridore d'oltralpe nella storia di questa corsa giunta alla 35ª edizione. "In vista del traguardo - ha poi spiegato il vincitore - avevo un po' di timore perche' non conoscevo le capacita' del mio compagno di fuga Mazzoleni, ma poi e' stato tutto facile".

Tratto da articolo di Auro Bulbarelli


Ordine d'arrivo.

Ordine d’arrivo:

1° PASCAL CHANTEUR (Fra-Casinò Ag2r) km 169,5 in 4h10'09" alla media di 40,600 kmh; 2° Eddy Mazzoleni (Saeco); 3° Paolo Bettini (Asics CGA) a 1'44"; 4° Gianluca Bortolami (Lotus Festina); 5° Roberto Petito (Saeco); 6° Marco Saligari (Casinò Ag2r); 7° Gabriele Colombo (Ballan); 8° Mirko Celestino (Polti); 9° Rodolfo Ongarato (Ballan); 10° Joona Laukka (Fin-Lotto Mobistar); 11° Fabio Malberti (Asics CGA); 12° Mirko Gualdi (Polti) à 3'37"; 13° Emmanuel Magnien (Fra-La Francaise Des Jeux) a 4'06"; 14° Alberto Elli (Casinò Ag2r); 15° Fabrizio Guidi (Polti); 16° Mario Aerts (Bel-Lotto Mobistar); 17° Christophe Detilloux (Bel-Lotto Mobistar); 18° Francesco Frattini (Telekom); 19° Paolo Savoldelli (Saeco); 20° Maurizio Molinari (Ros Mary), segue il resto del gruppo. 

Foto courtesy: archivio TLS, l'arrivo vittorioso di Pascal Chanteur davanti ad Eddy Mazzoleni e Paolo Bettini.
Foto courtesy: archivio TLS, l'arrivo vittorioso di Pascal Chanteur davanti ad Eddy Mazzoleni e Paolo Bettini.

Chanteur al festival di Laigueglia

Il francese inventa l' acuto decisivo sulla salita del Crocetta Moglio Al suo fianco solo la rivelazione Mazzoleni che si arrende allo sprint Nativo di Bergerac come il popolare Cyrano, Chanteur ha confermato l' ottima forma della sua squadra, la Casino, gia' vincente con Saligari e Massi; Mazzoleni sereno: " Sapevo che il francese era piu' veloce " Bartoli, staccato, critica la squadra Ritirati Gotti e Tonkov.

APERTURA ITALIANA / Primo successo transalpino nel tradizionale appuntamento ligure Chanteur al festival di Laigueglia Il francese inventa l'acuto decisivo sulla salita del Crocetta Moglio Al suo fianco solo la rivelazione Mazzoleni che si arrende allo sprint Nativo di Bergerac come il popolare Cyrano, Chanteur ha confermato l'ottima forma della sua squadra, la Casino, gia' vincente con Saligari e Massi - Mazzoleni sereno: "Sapevo che il francese era piu' veloce" - Bartoli, staccato, critica la squadra - Ritirati Gotti e Tonkov

DAL NOSTRO INVIATO LAIGUEGLIA - Per la prima volta in 35 edizioni il Trofeo Laigueglia si consegna a un francese, monsieur Pascal Chanteur da Bergerac, il quale ha utilizzato la sua bicicletta e non la spada di Cyrano per infilzare sul traguardo il malcapitato quanto coraggioso Eddy Mazzoleni, che l'aveva seguito sulle ultime rampe della corsa, quelle che portavano alla Crocetta Moglio, prima di lanciarsi col transalpino sull'Aurelia. Chanteur appartiene all'equipe Casino', che in questo inizio di stagione s'e' gia' aggiudicata il Gran Premio La Marsigliese (con Marco Saligari), il Giro del Mediterraneo (con Rodolfo Massi) e ieri, appunto, la classica della Riviera. Frutto dell'intensa preparazione invernale orchestrata nei minimi dettagli - cioe' anche nelle bevande che dovevano comparire sulla tavola - dal dottor Daniele Tarsi, "un grande preparatore e un ottimo psicologo, un uomo che riesce a fare gruppo", come sottolinea lo stesso vincitore. Cosi', tra la fine di dicembre e la fine di gennaio, Chanteur e soci hanno messo assieme ben quattro raduni (con una puntata a Grosseto) roba che se l'avessero proposto a una squadra italiana ci sarebbe stata la riedizione dell'ammutinamento del Bounty. Sarabanda sul Testico Il lavoro ha dato i suoi frutti, Chanteur s'e' addirittura sottoposto anche a uno stage che era soltanto facoltativo "e questo perche' volevo arrivare nelle migliori condizioni a quueste corse d'inizio stagione. Stiamo tutti andando molto forte e nella riunione del mattino avevamo stabilito di fare la corsa: c'erano almeno quattro di noi che potevano vincere e stavolta e' toccato a me, dopo che nella scorsa settimana avevamo aiutato Massi", ha aggiunto il francese che ieri ha ottenuto la 4a vittoria da quando nel '91 e' diventato professionista (ma nel '92 era tornato dilettante). Il Laigueglia s'e' accesso abbastanza in fretta perche' gia' sulla prima ascesa al Testico l'Asics - CGA aveva aperto la sarabanda, spaccando subito il gruppo. Questa scelta tattica, unitamente ad altre soluzioni adottate nel finale, ha irritato capitan Michele Bartoli, come potete leggere in un altro servizio. Qui ci limitiamo a sottolineare che il gran lavoro della formazione di patron Arese (ieri al seguito) e di Parsani non ha raccolto nulla nonostante la gran semina: e quando cio' si verifica, gli animi quasi sempre si accendono. Il lavoro degli Asics - CGA e l'azione di Rodolfo Massi avevano finito col selezionare dopo una novantina di chilometri un gruppetto di undici uomini: oltre a Massi, Bartoli, Coppolillo, Celestino, Mazzoleni, Profeti, Della Santa, Goigot, Hassons, Aerts e Laukka. Massi, Della Santa e Mazzoleni forzavano i tempi nella seconda ascesa al Testico, quella dal versante di Alassio, il piu' difficile. Ma in discesa le carte si rimescolavano ancora, gli inseguitori si riportavano sotto, cosi' a 50 km dalla fine, quando cioe' ci si riportava sul mare, la situazione era ancora fluida. In quel momento, cioe' in pianura, partiva un altro attacco e anche stavolta c'era un uomo dell'Asics - CGA, il golden boy Malberti, assieme a Bortolami, Zinetti, Savoldelli, Saligari, Totsching, Laukka e Chanteur, promotore dell'azione. E poco dopo arrivano Bettini, Rodolfo Ongarato, Guidi, Petito e l'attivissimo Mazzoleni. Primattore a sorpresa "Avevo attaccato per favorire la selezione e quando sono stato ripreso ho provato a uscire un'altra volta. Ma mi hanno raggiunto e cosi' ho preferito stare calmo in attesa dell'ultima salita", ha raccontato Chanteur. Difatti, sulle rampe verso Crocetta Moglio, a poco piu' di 25 km dal traguardo, il francese ha preso il largo in compagnia di Mazzoleni e per il resto della compagnia e' calato il sipario. I due fuggitivi si sono dati cambi regolari, poi la volata non ha avuto storia. "Non dovevo nemmeno farla questa corsa, ma ho fatto bene al Mediterraneo e cosi' alla vigilia sono stato convocato. In corsa mi sono sempre sentito bene, purtroppo sapevo che Chanteur era piu' veloce. Comunque il francese ha fatto la sua parte, non ha rubato niente e io dal mio canto non ho nulla da recriminare", ha spiegato Mazzoleni, che ha vinto il premio combattivita' alla memoria di Diego Pellegrini. Bettini, a 1'42, ha poi vinto la volata dei primi inseguitori, ma un moccolo sulla riga bianca la diceva lunga circa la sua soddisfazione. Come del resto parlavano chiaro i musi lunghi di Malberti e Bartoli. E quello dell'organizzatore Zanoni, ma per ben altri motivi: nell'epoca in cui ci si collega dallo spazio con la trasmissione della Carra', la Rai ieri non ha mandato in onda all'ora prevista la sintesi della corsa, per "motivi tecnici". Carramba che (brutta) sorpresa perche' la corsa in tv s'e' vista solo di notte. La stagione del ciclismo su strada alla Rai e' cominciata male. Ieri chi aspettava di vedere la sintesi differita del Trofeo Laigueglia su Rai 3 alle 16.40 e' rimasto deluso. La Rai ha spiegato che il collegamento e' saltato per un problema al satellite. In particolare, la stazione satellitare inglese che opera su territorio italiano stava facendo delle prove al momento in cui e' arrivata la linea. A quel punto il Laigueglia e' stato registrato piu' tardi e trasmesso in "Notte Sport".

Bartoli s'arrabbia: "Tattica suicida" Il toscano non ha gradito la gara d'attacco della sua squadra: "Ma ho sbagliato anch'io" - Organizzatori amareggiati per l'annullamento della sintesi in tivu'

DAL NOSTRO INVIATO LAIGUEGLIA - "Una tattica suicida, abbiamo corso come degli esordienti". Michele Bartoli non usa mezzi termini e del resto e' sempre stato un uomo che ha parlato chiaro: come deve fare un vero capitano. Quando taglia il traguardo, dove l'aspetta la moglie Alessandra, il vincitore della Coppa del Mondo e' tutto fuorche' un uomo felice. "Non si puo' fare una corsa del genere a inizio stagione, non si puo' partire a spron battuto dai primi chilometri. Dite che questi sono dei test? Ma i test bisogna farli quando ci si avvicina alle classiche, non un mese prima... Ne avevamo parlato in mattinata, purtroppo in corsa ci siamo fatti prendere dall'entusiasmo. Una cosa del genere era gia' capitata al Giro del Mediterraneo e s'era convenuto di non ripeterla. Invece, alla prima occasione, ci siamo ricaduti. C'e' qualcosa da correggere". Bartoli comunque non scarica la croce addosso ai compagni, magari a quelli piu' giovani: questo non sarebbe da vero capitano. Cosi' si assume la sua razione di colpe. Anzi, alla fine se le prende tutte. "Abbiamo sbagliato tutti, io compreso. Al Mediterraneo, a parte la prima tappa, non avevamo corso male, ma il gruppo e' ancora nuovo e ci sono ancora delle intese da migliorare. Comunque per questa volta mi prendo tutte le colpe io. No, non ho accusato particolari flessioni. Il fatto e' che i miei compagni si sono stancati troppo nel tratto che portava dalla penultima salita a Laigueglia: abbiamo commesso l'errore di entrare nei gruppetti, quando invece dopo aver fatto la corsa per tutto il giorno dovevamo tenerla cucita e fare la selezione sull'ultimo strappo. Il gruppetto dov'e' entrato Malberti non doveva essere fatto in pianura. Comunque cercheremo di fare meglio la prossima volta...". Bartoli non lo ha detto chiaramente, ma i "colpevoli" a suo giudizio erano Malberti e Bettini, soprattutto per quanto riguarda il finale. L'iridato della crono, al debutto, e' stato fra i protagonisti anche se si vedeva al traguardo che non era molto soddisfatto della conclusione. "Noi puntavamo su Bartoli e Bettini e quest'ultimo nel finale c'era. Per quanto mi riguarda ho pagato sull'ultima salita e poi in discesa non ho voluto rischiare, ma la condizione e' ancora poca", ha tagliato corto il milanese. Bettini, dal canto suo, ha spiegato cosi' il finale: "C'era parecchia gente davanti e volevamo cercare di scremare il gruppo. Quando e' nata l'azione decisiva ho tentato di riportarmi sotto, ma Chanteur e Mazzoleni pedalavano troppo forte e io ho anche pagato la fatica". Nel clima delle recriminazioni, s'inserisce anche quella dell'organizzatore della corsa, Bruno Zanoni, deluso per la mancata trasmissione Rai all'ora prevista. "E' una mancanza di professionalita' che ci amareggia e che mortifica il nostro lavoro", ha detto il patron, veramente arrabbiato.

Minoliti Lino

Tratto da "La Gazzetta dello Sport" del 18 febbraio 1998.