21 febbraio 1984 - 21° edizione

Planimetria e altimetria.

Cronotabella.

Elenco partenti.

Foto courtesy: archivio AVL,  sul Testico è Giuseppe Petito a fare l'andatura.
Foto courtesy: archivio AVL, sul Testico è Giuseppe Petito a fare l'andatura.

Le squadre iscritte con relative maglie.

Foto courtesy: archivio AVL, il gruppetto in fuga si appresta ad entrare nel viale d'arrivo di corso Badarò.
Foto courtesy: archivio AVL, il gruppetto in fuga si appresta ad entrare nel viale d'arrivo di corso Badarò.

Ordine d'arrivo.

Ordine d’arrivo:

1° GIUSEPPE PETITO (Alfa Lum Olmo) km 160 in 4h08' alla media di 38,781 kmh; 2° Johan Van der Velde (Ned-Metauro Mobili Pinarello); 3° Claudio Torelli (Sammontana Campagnolo); 4° Rudy Pevenage (Bel-Del Tongo Colnago); 5° Mauro Longo (Supermercati Brianzoli); 6° Frits Pirard (Ned-Metauro Mobili Pinarello); 7° Siegfried Hekimi (Sui-Dromedario Alan Oece); 8° Benny Van Brabant (Bel-Tonissteiner Lotto); 9° Pierino Gavazzi (Atala Campagnolo); 10° Claudio Corti (Sammontana Campagnolo); 11° Gianbattista Baronchelli (Murella Rossin); 12° Alfredo Chinetti (Supermercati Brianzoli); 13° Alfio Vandi (Dromedario Alan Oece); 14° Jesper Worre (Den-Sammontana Campagnolo); 15° Alf Segersall (Swe-Bianchi Piaggio); 16° Gottfried Schmutz (Sui-Dromedario Alan Oece); 17° Christopher Wreghitt (Gbr-Bianchi Piaggio); 18° Emanuele Bombini (Del Tongo Colnago); 19° Davide Cassani (Santini Conti Galli); 20° Marino Lejarreta (Esp-Alfa Lum Olmo), seguono altri. 

Foto courtesy: Archivio TLS, rarissima immagine dell'arrivo vittorioso di Giuseppe Petito davanti a Van der Velde e Torelli.
Foto courtesy: Archivio TLS, rarissima immagine dell'arrivo vittorioso di Giuseppe Petito davanti a Van der Velde e Torelli.

Cronaca della corsa.

 LAIGUEGLIA, VINCE UN CAPITANO A... META' LAIGUEGLIA, VINCE UN CAPITANO A... META' LAIGUEGLIA — E' la sua prima vittoria da professionista in una corsa in linea, ma a Giuseppe Petito non frutterà una lira. Gli avrebbe fruttato poco anche se non avesse deciso di non lasciare; tutto 11 premio al compagni di squadra: tre milioni da dividere per 9, circa 330 mila lire a testa e con quel soldi nessuno si arricchisce. Moser e Saronni si mettono In tasca dieci volte tanto per una qualsiasi «kermesse», anche se non vincono. E il Trofeo Laigueglia non è una classica ma neppure una corsetta, 6 la prima gara vera della stagione e meritava che i due cosiddetti «big» del nostro ciclismo non la snobbassero! Giuseppe Petito è di Civitavecchia, suo padre lavora In un commissariato di pubblica sicurezza col grado di appuntato, la sua fidanzata si chiama Paola e gioca a basket nella squadra di Santa Marinella. Petito corre per un club di San Marino, l'Alfa Lum, ditta che produce controfinestre in alluminio e spende 400 milioni l'anno per farsi pubblicità grazie al ciclismo. Una cinquantina vanno a lui, che è capitano nelle corse in linea; un'altra cinquantina vanno allo spagnolo Lejarreta, capitano in quelle a tappe. E tutti 1 premi che si vincono, si dividono' fraternamente con 1 gregari,' perché Petito dice che «loro In bicicletta faticano come noi e forse più di noi». Capitano e gregario, gregario e capitano: si mette e si toglie i gradi praticamente: da solo, riceve ordini e ne dà, cambia continuamente pelle e subito si adatta a quella nuova. Aiuterà Lejarreta a far bella figura al Giro d'Ita-Ha, magari anche a vincerlo. Un italiano al servizio di uno spagnolo, contro gli altri italiani: e se arrivassero del fischi? •Se proprio dovessero arrivare — dice Petito — to farò finta di non sentirli. Sono un professionista, lavoro per chi mi paga. Sarei un traditore se mi comportassi diversamente. Io voglio gua- Giuseppe Petito, da Civitavecchia, divide con Lejarreta il comando della sua squadra. Pochi soldi (e poca gloria) DAL NOSTRO INVIATO dagnarmelo, lo stipendio: Al Giro d'Italia 1 milioni da dividere, in caso di vittoria (ma è difficile...) saranno 30, e casomai stavolta toccherà a Lejarreta fare il bel gesto che ha fatto Petito ieri. Ha 24 anni, è alto 1,87. faceva atletica e giocava anche al calcio, come portiere, finché un giorno si accorse che in bicicletta andava più forte di tutti, dalle sue parti, e allora due anni fa decise di passare professionista, perché capi che non era giusto che a casa sua a portare i soldi fosse soltanto suo padre appuntato. Ha comperato un appartamento, ci andrà con Paola ma non sa quando, dice che fidanzarsi è facile ma sposarsi è'un'altra cosa, Arriva da un'annata sfortunata: «Dopo il Giro di Lombardia dell'81 — racconta — andai al distretto militare per ritirare il congedo, almeno cosi credevo: avevo avuto un trauma cranico in seguito ad un brutto capitombolo, pensavo di aver convinto i medici a lasciarmi a casa. Macché: vado al distretto e mi dicono che devo partire subito». E l'anno scorso altri guai: prima un'infezione al soprassella alla Vuelta, poi una caduta in bagno durante il Giro d'Italia, tre punti di sutura sotto un piede, un calvario per lui finire la corsa, tutto storto in sella per soffrire di meno. Petito è già stato riserva azzurra ai campionati del mondo di due anni fa, non osò mai chiedere al et. Martini di dargli la maglia di titolare: lui non sa chiedere, neppure quando deve trattare il suo stipendio. Petito prende ciò che arriva e ringrazia. Ieri è arrivata la prima vittoria e lui ha subito ringraziato 1 compagni di squadra, regalando persino 11 piccolo premio che si era guadagnato pedalando nel freddo e battendo tanti campioni e campioncinl. Quando diventerà anche lui un campione vero, forse ringrazerà gli avversari che non riusciranno più a batterlo. Maurizio Caravella


StampaSera 22/02/1984 - numero 53 pagina 15


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dal libro di Morris " 50 anni di Trofeo Laigueglia".

Dopo il successo nel circuito di Cecina, il laziale Giuseppe Petlto, ventiquattro anni e un passato dilettantistico di prim'ordlne, fece suo il Laigueglia ’84. Una vittoria giunta allo sprint su un folto gruppo (50 corridori), che non era considerata la sua specialità, ma importante per il rango della corsa e per quell’Alfa Lum che aveva sacrificato il capitano Marino Lejarreta, proprio per il giovane Petito. Non a caso, furono per lo spagnolo, le prime parole del vincitore dopo l’arrivo: “Ringrazio soprattutto Lejarreta, e anche gli altri compagni di squadra che hanno sventato tutte le fughe nel finale. Il freddo stava bloccandomi.

Mi sono ripreso nella parte conclusiva e sono scattato prima dell'ultima curva, ai 250 metri, non avendo più problemi”. Nel gruppo tuttavia, c’erano velocisti insidiosi, tutti finiti però alle spalle di Petito.

Corsa ne troppo vivace, né troppo veloce (appena 38,700 di media): corta. Insomma, di inizio di stagione. Le due scalate al Monte Testico hanno visto il gruppo soltanto sfilato. Le scaramucce sono scoppiate negli ultimi 30 km, ma non tali da rompere la possibilità di vedere un volatone.  

Rassegna stampa.